Il «Cantuccio di Federigo» fa rotta sulla Cina

Una multinazionale arriverà a San Miniato per valutare iniziativa commerciali con i Gazzarrini Tra le ipotesi l’apertura di un monomarca a Shanghai

Rino GazzarriniRino Gazzarrini

Rino GazzarriniRino Gazzarrini

San Miniato, 27 agosto 2015 - Un ponte tra San Miniato e L’Oriente. L’arsenale di delizie di San Miniato è finito nel mirino degli occhi a mandorla. Anzi, sarebbe più appropriato dire, sui alcuni palati che contano del Paese della Grande Muraglia. Il prossimo 13 settembre una delegazione di 13 esperti e alti dirigenti della multinazionale Hyx saranno a San Miniato, in via Paolo Maioli dove babbo Rino e il figlio Paolo sfornano artigianalmente sapori di grande tradizione, dalle radici antiche, ma che sono ormai conosciuti in Italia e anche all’estero. Tutto accade nel laboratorio, attiguo alla bottega, stanze dove l’arte bianca si tramanda da generazioni con i suoi segreti e le sue meraviglie. Paolo è la quinta generazione di una famiglia «impastata» nell’arte bianca,

«La televisione cinese si era già occupata di noi – spiega Paolo – e anche un’importante rivista, abbiamo saputo, aveva pubblicato un pezzo che citava il Cantuccio di Federigo. Ci siamo spiegati così quest’interesse formalizzato in telefonate ed e mail che si concretizzerà con questa degustazione che ci è stata richiesta espressamente dentro al laboratorio». Il futuro? «Tutto da scrivere – spiega Paolo – Ne parleremo in quella giornata, o meglio inizieremo un ragionamento che ancora è prematuro dire dove porterà». I cinesi, però, avrebbero intenzioni serie: a Shanghai c’è una sola grande pasticceria che sarebbe stata già acquisita, quindi l’idea pare sia quella di replicare la bottega con i suoi protocolli di qualità, i suoi metodi, le sue ricette. Paolo e Rino producono, a rotazione, circa 300 referenze fra torte, pasticcini, crostate. «La Cina, a dispetto di quello che si sente dire – spiega Paolo – è un paese di grande tradizione, lavora su numeri enormi, ma è ancora molto legata alla manualità, agli uomini e alle donne che con pazienza e grande amore si dedicano alle lavorazioni». Come Paolo e Rino, che da sera a mattina si dedicano a mandorle e paste frolle, marmellate di prim’ordine e creme speciali. Un atelier dove tutto è fatto a mano. I cinesi a settembre troveranno i primi panettoni appena sfornati.

Carlo Baroni