Giallo Ragusa, le indagini continuano; slitta la richiesta di rinvio a giudizio

Il pm chiuderà l’inchiesta in autunno. Logli smentito da due testimoni / SI PERLUSTRA IL CAMPO - FOTO / LE FOTO DEL GIALLO / LE ULTIME RICERCHE

Roberta Ragusa

Roberta Ragusa

Pisa, 14 luglio 2014 - CASO RAGUSA, avanti piano. Sembrava che il pubblico ministero fosse intenzionato a notificare la chiusura delle indagini prima della sospensione estiva (che va dal 1° agosto al 15 settembre) in modo da dare un congruo lasso di tempo all’avvocato difensore di Antonio Logli, marito di Roberta, di esaminare le migliaia di documenti raccolti in 26 mesi di indagini.

Invece così non sarà. E a questo punto, se come sembra il pm dovesse chiedere il rinvio a giudizio di Logli, l’udienza preliminare slitterebbe a non prima di dicembre. Se poi il gup non dovesse proscioglierlo e il suo difensore non dovesse optare per il giudizio abbreviato, l’eventuale processo davanti alla Corte di Assise inizierebbe a primavera del prossimo anno.

I tempi della giustizia italiana confermano dunque la loro lentezza. Già il 16 aprile scorso - dopo 26 mesi - era scaduto il termine per le indagini preliminari su Logli. Mentre l’8 febbraio 2012, circa un mese dopo la misteriosa scomparsa della donna (era la notte fra il 13 il 14 gennaio 2012 quando Roberta Ragusa scomparve dalla sua abitazione a Gello di San Giuliano Terme) l’uomo era stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Nel corso di questi due anni abbondanti gli investigatori - il pubblico ministero Aldo Mantovani che si avvale dell’ausilio del reparto operativo del carabinieri di Pisa - non sono riusciti a trovare nessuna traccia di Roberta (né da viva né da morta). Tuttavia hanno scovato due testimoni che smonterebbero l’alibi di Logli per quella notte («Ho dormito dalle 24 alle 6,45»), nonché alcuni indizi di colpevolezza sulla base di particolari raccontati da un altro paio di testimoni e su alcuni (presunti, ma certi per gli inquirenti) passi falsi compiuti da Logli.

OGGI l’inchiesta è in stand by, giacché si attende appunto che il pm notifichi all’indagato e al suo avvocato, Roberto Cavani, l’avviso di conclusione delle indagini con l’indicazione dei reati dei quali sarà chiamato a rispondere. Secondo quanto si è appreso da fonti investigative, dovrebbero essere omicidio volontario (forse con l’aggravante della premeditazione) e soppressione (non più di occultamento) di cadavere, dato che del corpo di Roberta non è mai stata trovata traccia. 

LA NOTIFICA dell’avviso di conclusione delle indagini (un atto per l’esecuzione del quale il codice di procedura penale non prevede una tempistica determinata) sarà infatti completata in autunno — lo ha detto il procuratore capo Ugo Adinolfi — e questo comporta un lungo stop all’iter dell’inchiesta. A quel punto, e solo allora, l’indagato potrà chiedere e ottenere copia degli atti del fascicolo, nonché, entro 20 giorni (termine non tassativo) avrà la facoltà di presentare tramite il suo legale memorie, produrre documenti, depositare documentazione relativa a investigazioni del difensore, chiedere al pubblico ministero il compimento di atti di indagine, nonché di presentarsi per rilasciare dichiarazioni ovvero chiedere di essere sottoposto a interrogatorio. [email protected]