Essere padroni del campo non basta. Ancona-Pontedera: Grassi è una trottola e Galli s’infortuna. Granata opachi nel finale

Indiani: «Primo tempo da leoni, ma alla fine ci siamo spenti»

Gigio Grassi in azione

Gigio Grassi in azione

Pontedera, 15 settembre 2014 - PADRONE del campo per quasi un’ora, il Pontedera si accontenta del pari al Del Conero. Finisce senza reti la sfida per pranzo, i granata giocano un grande primo tempo, poi calano alla distanza e subiscono il ritorno dell’Ancona. Gli uomini di Indiani concedono ai dorici una sola conclusione nello specchio della porta e nell’ultima mezzora, quando i cambi proposti dal tecnico anconetano e il calo fisico li costringono ad arretrare pericolosamente il baricentro della manovra, non corrono mai rischi seri. 

IL PONTEDERA prosegue dunque la striscia positiva, conquistando il primo pareggio stagionale ad Ancona, un punto che va un po’ stretto ai granata, non tanto per il numero di occasioni da gol - una per parte - quanto per il volume di gioco espresso da Caponi e compagni nella prima metà gara. Il primo tempo è praticamente tutto di marca granata. Caponi costruisce, Grossi rifinisce. Così l’Ancona subisce impaurita l’iniziativa e il palleggio del Pontedera, incapace di costruire gioco per i suoi attaccanti. Indiani propone il consueto 3-5-2, Cornacchini disegna un’Ancona speculare. Grassi si muove di continuo, non dà punti di riferimento agli anconetani. Dopo il tentativo di Bartolomei da fuori area, deviato da Lori in angolo, la prima vera occasione da rete capita sui piedi di Cesaretti, che si fa deviare in angolo una conclusione che sembra destinata a sorte migliore. Indiani perde Galli per infortunio, gli subentra Paparusso e allo scadere l’Ancona confeziona l’unica palla gol del match. 

NELLA ripresa Cornacchini sostituisce Pizzi con Cognigni e il Pontedera arretra il proprio baricentro. Non è una gran partita, i granata calano alla distanza probabilmente anche per il ritmo tenuto nel primo tempo, Cesaretti si spegne e Indiani lo sostituisce con Disanto, poco più tardi tocca anche a Ridolfi per un Madrigali sfinito ma decisivo in un paio di chiusure su Tavares e Cognini. L’Ancona si getta in avanti con ogni energia residua, ma alla fine il punto a pranzo accontenta tutti.

«UN RISULTATO giusto - attacca Paolo Indiani nel dopo gara al Del Conero - e un tempo per uno: nel primo meglio noi, nel secondo meglio l’Ancona. Certo, c’è un po’ di rammarico perché se fossimo riusciti a passare in vantaggio, poi bisognava vedere cosa sarebbe successo. Ma con i se non si fanno le partite. Nel secondo tempo siamo calati, avevamo un sacco di problemi, e dall’altra parte l’Ancona è cresciuta e s’è dimostrata molto brava. Cornacchini ha fatto cambi determinanti, Cognigni ha svolto un grosso lavoro, sia in fase di possesso che di non possesso. Così l’Ancona è cresciuta e noi siamo calati. Anche se temevo che questo potesse accadere, visto che nel primo tempo siamo andati troppo sopra ritmo». Però poi Indiani spiega anche in un altro modo il calo del Pontedera nella ripresa: «Una città come Ancona, uno stadio come questo e un campo del genere... non credo sia presentabile un fondo così. Vero che siamo abituati a giocare sul sintetico, ma non pensavo certo di giocare su un campo del genere». 

INDIANI spiega quindi i cambi: «A Galli s’è girato un ginocchio, speriamo che non sia nulla, ma sono stato costretto a cambiarlo. Cesaretti ha un’autonomia di trenta minuti appena, era la prima partita in cui giocava dall’inizio, e poi Madrigali è uscito per crampi». Infine uno sguardo al bottino: «Non mi aspettavo certo 7 punti dopo tre gare, specie con due trasferte come Ferrara e Ancona. Siamo andati al di là di ogni nostro desiderio. Ma il campionato è appena iniziato». Soddisfatto il direttore generale Paolo Giovannini: «Siamo partiti molto bene e poi alla lunga abbiamo sofferto il campo, visto che siamo abituati a giocare sul sintetico. C’è già successo lo scorso anno, e poi questo campo s’è rivelato più pesante del previsto. Gli accorgimenti dell’Ancona ci hanno messi in difficoltà». Un po’ di apprensione nell’ultima mezzora: «Vedevo i miei sulle gambe che non riuscivano ad accorciare, abbiamo un centrocampo con molta gamba e mi preoccupavo a vederli spegnersi così. Abbiamo dato troppo nel primo tempo, ma è il nostro modo di giocare. Abbiamo sofferto, e quando ci sarà da soffrire di nuovo dovremo farlo come abbiamo fatto oggi».