"Riforniva di eroina la Valdera", quarantenne a processo

E' attesa per il 12 luglio a Milano la sentenza su una banda che operava tra Lombardia eToscana

Gico in azione

Gico in azione

Pontedera, 23 giugno 2016 - E' attesa per il 12 luglio, in Tribunale a Milano, davanti al collegio, la sentenza a carico di un pontederese accusato, insieme ad altri tredici imputati, di associazione a delinquere finalizzata llo spaccoio di droga. Per l'accusa  era «l’uomo ponte» con Valdera, quello che riforniva di eroina la piazza dell’hinterland pontederese e dei comuni limitrofi. Per quest’accusa ha fatto un anno di carcere e ora attende la sentenza del collegio, nel mese di luglio «ponte, dopo le pesanti richieste di condanna avanzate dal pubblico ministero per lui e per tutti i componenti dell’organizzazione.

La storia giudiziaria di questa vicenda che gli investigatori «scoprono» nel 2007 inizia a Firenze con una prima fase del processo di primo grado che, invece, si sta avviando alle conclusioni in tribunale a Milano che ha acquisito il procedimento per competenza: la testa dell’organizzazione era in Lombardia. Al vertice c’era una banda di albanesi altamente specializzata nel traffico internazionale e nello spaccio di sostanze stupefacenti. Ma come si arriva all’imputato, un uomo di 38 anni, anche lui albanese e residente in un piccolo centro della zona? Cosa e come si collegava il soggetto all’organizzazione? La sua posizione non emerse nell’immediatezza dei fatti, ma in una fase successiva: furono le intercettazioni telefoniche a portare anche in Valdera gli uomini del Gico di Firenze, il gruppo della Fiamme Gialle ad alta specializzazione nella investigazione.

La banda, secondo la ricostruzione degli inquirenti, immetteva sul mercato italiano stupefacente proveniente dall’estero e da qui, con una rete capillare – che poi è risultato avere la centrale al nord – gestiva alcune piazze italiane. Una sarebbe stata quella di Pontedera, con il 38enne – chiamato a sua volta a rispondere di associazione a delinquere con fini di detenzione e spaccio di droga – che finì un anno in manette e che si è affidato alla difesa del noto penalista Francesco Esposto Ziello. Una posizione, quella del pisano del gruppo, che sembrerebbe discordante, su quella delle posizioni preminenti della banda: alla perquisizione in suo possesso non è mai stato trovata e sequestrata droga. Nella fattispecie eroina, la tipologia che secondo l’accusa invece avrebbe spacciato nelle zona. Il processo, articolato comunque su una vicenda complessa, è stato un percorso lungo, passato per numerose udienze e che è arrivato alla discussione martedì scorso con la requisitoria del pubblico ministero e le arringhe della difesa.