Vertenza Tmm, c'è la trattativa con una società italiana

Pontedera, occhi puntati su contatto acceso da qualche settimana. Il 12 ottobre ci sarà il tentativo di conciliazione all'ex ufficio provinciale del lavoro

Operai Tmm in corteo

Operai Tmm in corteo

Pontedera, 11 ottobre 2017 - E' una società italiana  quella che ha chiesto informazioni su Tmm sta approfondendo il «caso». E’ un contatto che non si è spento e sul quale, di fatto, sono aggrappate le speranze di salvare gli 85 posti di lavoro e la produzione della fabbrica di marmitte della Valdera. Una strada, questa, sulla quale c’è grande riserbo da parte di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nella vertenza, anche per non dare false speranze in un contesto dai contorni preoccupanti come quelli che sta vivendo la vicenda: la procedura è agli sgoccioli (il termine è il 25 ottobre), scadenze davanti non ce ne sono se non quella del tentativo di conciliazione, il 12 ottobre, davanti all’ex ufficio provinciale del lavoro di Pisa. Passaggio che è poco più di una prassi e che, salvo colpi di scena, non potrà riservare sorprese.  Il liquidatore, Roberto Dell’Omodarme, ammette che l’interessamento sta proseguendo da parte della società che sta chiedendo informazioni su Tmm: «C’è questo contato acceso, ma non siamo ancora alla manifestazione di un’offerta – spiega –. Per dirla chiaramente: io sul tavolo non ho niente. Ammetto però che questa società continua a chiedere informazioni, vediamo se diventerà qualcosa. Ci vuole anche tempo». Il liquidatore spiega anche che non sono previsti «accessi» in azienda: «non ci sono motivi per farne – dice – ci faremo avanti quando ci sarà da lavorare».

I sindacati, su queste indiscrezioni, preferiscono tacere e rimandare ogni presa di posizione davanti a prospettive ad uno stadio più avanzato. Anche se il tempo corre veloce e ci sarebbe l’urgenza di fare presto per riaprire l’attività e garantire al territorio la certezza che le marmitte per i motori della Valdera (circa 700 pezzi al giorno) si produrranno ancora qui. Resta compatto il fronte di presidio dei lavoratori davanti i cancelli allucchettati dai primi del mese di agosto quando, alla vigilia delle ferie, come un fulmine a ciel sereno, furono raggiunti dalla notizia che il gruppo torinese Cls, proprietario di Tmm, aveva deciso di mettere in liquidazione l’azienda, sospendendo i lavoratori e avviano i termini della procedura.  Una decisione che destò la rivolta del mondo operaio e politico locale, riuscito a portare il caso a Roma. Dopo due sedute al Mise, terminate con un nulla di fatto, la terza riunione è stata annullata in attesa degli eventi. Entro il 25, se i primi tasselli andranno al loro posto, è ipotizzabile che si riapra anche il tavolo ministeriale.