Salvataggio Carismi, i francesi non la prenderanno ad un prezzo simbolico

San Miniato, intanto gli ultimi nodi sono legati ad Atlante 2 che sta cercando i fondi per "chiudere" l'operazione entro il 15 settembre

L'ad Divo Gronchi ed il dg Silvano Piacentini

L'ad Divo Gronchi ed il dg Silvano Piacentini

San Miniato, 8 settembre 2017 - Il «cerchio» potrebbe chiudersi prima della scadenza del 15 settembre per il salvataggio della Carismi, guidata da Alessandro Bandini e dall'ad Divo Gronchi (dg Silvano Piacentini) il cui destino è unito a quello delle altre due banche in difficoltà, le «casse» di Rimini e Cesana. In modo poi da andare dritti e senza più intoppi verso il closing del 30 settembre quando le banchepasseranno sotto l’ala fortte di Cariparma. L’acquisizione delle tre casse, si apprende,  comunque non sarà a un prezzo simbolico: il gruppo francese Credit Agricole - che in quest'operazione è stato fortemente spinto da Banca d'Italia - ha offerto 130 milioni e sarebbe disposto ad aggiungerne un massimo di altri 90. Intanto si è consumato un altro passagio importante: il Fondo interbancario di tutela dei depositi ha deciso di spendere altri 90 milioni di euro. Il tutto per realizzare le condizioni poste dai francesi.  Prima fra tutte, la pulizia dai complessivi 1,3 miliardi di crediti deteriorati netti. Lo Schema volontario di intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi gioca un doppio ruolo, intervenendo sia nella cartolarizzazione degli npl, sia nella ricapitalizzazione delle tre casse.

Secondo il progetto di salvataggo, da una parte si accollerà la tranche junior dei crediti deteriorati, per poco più di 200 milioni, dall’altra parteciperà all’aumento di capitale delle casse di risparmio di San Miniato e di Rimini, che, altrimenti, rischiano di scendere a livelli patrimoniali da allarme. In questi due tipi di operazione, lo Schema volontario del Fondo interbancario di tutela dei depositi investirà gran parte dei 795 milioni che ha a disposizione. Senza dimenticare che 280 milioni li ha già impiegati nell’aumento di capitale della cassa di Cesena, che controlla al 95%. Da un punto di vista formale, quindi, Credit Agricole acquisirà le tre casse dal Fondo Interbancario. Per quel che riguarda le altre tranche della cartolarizzazione, quella senior, per oltre 400 milioni di euro, dovrebbe essere sottoscritta da un consorzio di banche, mentre in quella mezzanine, da circa 620 milioni, dovrebbe investire il Fondo Atlante 2. È in quest’ultimo passaggio che si concentrano le incertezze. Il Fondo ha infatti a disposizione solo 150 milioni. Un importante contributo potrebbe arrivargli da Fonspa, che pare interessata a partecipare allo smaltimento dei crediti deteriorati delle good bank, in modo da liberare parte delle risorse investite in quell’operazione da Atlante 2.

Per il resto, il Fondo ha riaperto le sottoscrizioni, in cerca socì. In questi giorni, rumors hanno tirato in ballo Sga e Cdp ma, al momento, non ci sono impegni ufficiali. Nel conto c’è poi da aggiungere oltre 200 milioni di npl emersi dalla due diligence fatta da CariParma. Cassa di Risparmio di San Miniato, come noto, è in apnea da oltre un anno ed ha già resistrato due bilanci in rosso a doppia cifra. Ora manca poco affinchè i francesi acquistino il controllo di questa banca (600 dipednenti e un'ottantina di filiali, una anche a Roma e una a Milano) in piedi da oltre 180  anni e per la quale la Fondazione Crsm (ancora azionista di maggioranza) ha fatto sforzi importanti per mantenerne autonomia  e indipendenza.