Vertenza Artoni, speranze e timori per lo stabilimento di Pontedera

Importante riunione oggi a Firenze. Ma gli occhi sono puntati sull'incontro al ministero

Vertenza Artoni

Vertenza Artoni

Pontedera, 1 marzo 2017  - La vertenza Artoni ha avuto oggi un passaggio importante in Regione Toscana. L’incontro si è concluso con l’auspicio che le riunioni in programma in questi giorni a Roma conducano a una soluzione positiva per la vertenza Artoni, in modo da far riprendere l’attività, e di conseguenza da far ripartire anche gli appalti affidati alle cooperative. E’ stato poi stabilito che i rappresentanti della Cooperativa Cori prendano contatto con le organizzazioni sindacali per verificare le possibilità di ricorrere alla cassa integrazione. Allo stesso tempo si è concordato che il presidente di Four Service attiverà un confronto con le organizzazioni sindacali anche per i dipendenti del consorzio, al fine di verificare quali possibilità vi siano per garantire un sostegno al reddito ai lavoratori, incluso l’eventuale ricorso alla indennità di disoccupazione (Naspi), laddove non vi fossero altre alternative. Uno stabilimento dell'azienda si trova a Pontedera, nell'area di Gello, dove lavorato in tutto 33 operai, 23 dipendenti di una cooperativa in appalto e 10 direttamente alle dipendenze di Artoni. Da dicembre nesuno riceve lo stipendio, l'attività è praticamnete ferma. 

L’obiettivo della Regione è un rapido intervento volto a dare un sostegno economico ai dipendenti: in diversi casi si tratta di immigrati e quindi di persone impossibilitate a contare su qualsiasi forma di aiuto economico da parte delle loro famiglie. Al tavolo era presente anche l'assessore comunale di Pontedera Marco Cecchi che al termine della riunione ha detto: "Il caso è complesso, determinanti saranno gli esiti delle riunioni a Roma, ma credo che per lo stabilimento di Pontedera possano esserci speranze". La crisi di Artoni ha numeri grandi: se l’importante azienda di logistica reggiana dovesse chiudere si rischia la perdita a livello nazionale di oltre tremila posti di lavoro, tra dipendenti diretti (570) e lavoratori dell’indotto (circa 2500 tra autotrasportatori, padroncini e facchini).