Offese ai carabinieri sui social, condannato ad un anno di reclusione

Il 28enne di Pontedera gettò fango sui militari che lo avevano arrestato per evasione dai domiciliari

Udienza

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Pontedera, 17 febbraio 2017 - Alla fine è satto lo stesso avvocato Marco Meoli, difensore dell’imputato Allija Zuka, 28 anni, a dire che per quello che il suo assistito ha scritto su Facebook non ci sono giustificazioni e va condannato. «Ma il reato di evasione non c’è» ha detto Meoli. Era il gennaio del 2015 quando il 28enne, ai domiciliari con il braccialetto elettronico, chiamò i carabinieri per dire che si sentiva male e che sarebbe andato al pronto soccorso di Pontedera (in aula è stata fatta sentire la telefonata) con la propria auto. Poi i carabinieri lo raggiunsero in ospedale e, come il maresciallo ha riferito in aula, trovano Zuka che «fumava e girottolava, senza troppi problemi».

«Non era la prima volta che questo accadeva da quando era in regime di domiciliari», ha detto il militare rilevando come «andare all’ospedale, creandosi un alibi con la telefonata di avvertimento alla quale nessuno avrebbe mai detto no senza avere contezza del reale stato di salute, gli consentiva di prendere una boccata d’aria e fare anche due chiacchiere». Così, una volta dimesso lo condussero in caserma contestandogli l’evasione, visto che avevano già detto di chiamare l’ambulanza se si fosse sentito male. Successivamente l’imputato accedendo a Facebook e, dopo quell’episodio, rivolse parole offensive contro i carabinieri che lo querelarono. L’avvocato Meoli ha contestato la sussistenza del reato di evasione, visto che Zuka aveva avvertito i carabinieri, gli stessi che poi «gli muovono, dopo avergli detto che andava bene, l’accusa paradossale di recarsi all’ospedale per sottrarsi ai domiciliari». Il giudice Pietro Murano l’ha condannato ad un anno di reclusione per il solo reato di diffamazione.