Salvato in strada dopo l'infarto: "Cerco l’infermiere a cui devo tutto"

La storia di Guidi: "Il suo intervento è stato determinante"

Umberto Guidi, ex giornalista de La Nazione di Viareggio

Umberto Guidi, ex giornalista de La Nazione di Viareggio

Volterra, 11 aprile 2017 - "Devo tutto a questo anonimo benefattore. Di solito per le persone di questa tempra si usano definizioni un po’ abusate come ‘angelo’, ‘buon samaritano’ o ‘cireneo’. Senza retorica, preferirei parlare di un professionista capace, che ha agito con precisione ed altruismo. Non so come si chiami, ma io e mia moglie vorremo tanto ringraziarlo di persona". Quel massaggio cardiaco praticato dalla mano di un misterioso infermiere gli ha salvato la vita. Umberto Guidi, ex giornalista de La Nazione di Viareggio, ora può tirare davvero un sospiro di sollievo. Si trovava a Volterra per le giornate del Fai quando ha iniziato a sentirsi male e si è accasciato a terra. E un giovane infermiere del posto non ha perso tempo: lo ha soccorso subito, gli ha salvato la vita sotto gli occhi prima disperati e poi pieni di speranza di sua moglie.

L’incubo si è materializzato durante l’ultima domenica di marzo: "Stavo percorrendo una scalinata per entrare in città, quando il mio cuore si è messo a fare il pazzo – ci racconta Umberto – una cortina nera è calata all’improvviso e sono caduto in avanti, come un burattino al quale avessero tagliato i fili. Fibrillazione ventricolare maligna, questo hanno detto i medici. Il battito del mio cuore si è fermato. Potevo morire o subire gravi danni cerebrali se non fosse stato per l’intervento di un giovane determinato ed energico. Suo marito è in arresto cardiaco - ha detto a mia moglie, che in quel momento era comprensibilmente sconvolta – ma niente paura, sono un infermiere. Lei gli tenga ferma la testa che al resto ci penso io". Il giovane soccorritore ha cominciato a praticare il massaggio che ha fatto rimettere in moto il cuore di Umberto.

"Le cure ospedaliere a Pontedera prima e all’ospedale Versilia poi hanno fatto il resto. Mi hanno impiantato un defibrillatore sottocutaneo e da poco sono potuto tornare a casa con la mia famiglia – prosegue Umberto – non so come si chiami il misterioso infermiere che mi ha salvato la vita. Non l’ho visto in faccia, ero privo di sensi. All’arrivo dei sanitari del 118, grazie alle sue cure, già respiravo, se pur debolmente. Mia moglie mi ha raccontato che si trattava di un ragazzo giovane, sulla trentina. Pensi che all’arrivo dell’ambulanza si è discretamente allontanato. Ecco, a lui vorrei rivolgere un appello: se legge queste righe lo prego di contattarvi, di chiamare anche in redazione (0584.4388111) per farsi dare il mio numero di telefono. So che non potremo esprimere sufficiente gratitudine per quello che ha fatto, ma sentiamo di doverci comunque provare". E noi facciamo nostro l’appello che il collega Umberto lancia al giovane eroe che lo ha strappato dalla morte.