Gita col parroco, scoperta choc: "Nel bosco un canile degli orrori"

La lettera della comitiva: «Animali in mini-gabbie che soffrono»

Un cane in una gabbia

Un cane in una gabbia

Volterra, 21 agosto 2016 - Una normalissima sgambata fra le bellezze naturali fuori porta che finisce per scovare un canile privato dove gli animali sono stipati in box troppo stretti e convivono in condizioni pietose. A catturare l’attenzione di una comitiva parrocchiale della provincia di Mantova, in vacanza sul colle etrusco, sono stati proprio i ragli continui e gli strazianti latrati di richiesta di aiuto dei poveri cani, quasi tutti esemplari da caccia.

Sette animatori, un parroco e 19 ragazzi poco più che ventenni: tutti atterriti di fronte allo spettacolo, davvero poco edificante, che si sono ritrovati davanti agli occhi. Tanto da far scattare una segnalazione all’Enpa, sezione della Provincia di Pisa, al sindaco Marco Buselli, alla Asl, alla polizia municipale ed al corpo forestale.

«Eravamo a Volterra, in fondo a via di Mandringa – scrive la comitiva mantovana capitanata da don Alessio Menegardo – e superato l’omonimo masso, abbiamo attraversato la provinciale e ci siamo inoltrati in un sentiero sterrato, che partiva a bordo strada. Abbiamo percorso tutto lo stradello in discesa, fino a raggiungere un punto oltre il quale non era possibile proseguire. E, proprio qui, abbiamo notato, sulla nostra destra, una fila di gabbie. Una decina in tutto, ciascuna con più di un cane dentro».

«Gli animali – denunciano i vacanzieri della parrocchia – i cani, per lo più da caccia, mostravano evidenti segni di sofferenza ed un grandissimo stress: giravano nervosamente su se stessi e piangevano in modo incessante. A nostro parere, le dimensione delle gabbie dove erano rinchiusi i cani non rispettavano i dettami imposti dalla legge, pur avendo attorno un bello spazio a disposizione che consentirebbe di ampliare le gabbie».

«Questa immagine – prosegue la lettera di denuncia – ci ha turbati profondamente. E ci meravigliamo davvero di come, nella ‘civilissima’ Toscana, si possano tollerare simili situazioni di maltrattamento di animali. Sicuramente il caso, fra l’altro, non rappresenta neppure un buon passaporto turistico per la città». Di qui, l’appello: «Chiediamo un intervento delle associazioni che proteggono gli animali, della Asl e del Comune, perché il problema venga risolto».