Video pedopornografici nel computer di un imprenditore

Ponsacco, l'uomo è sotto processo a Pisa per abusi sessuali sulla figlia minore di una coppia di amici che vive in provincia

Udienza

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Ponsacco, 17 gennaio 2017 -  Quelle dell'imprenditore erano visite inconsapevoli, deviazioni causate da pop up, oppure operazioni scelte con precisione?  Però c'è un video dal contenuto pedopornografico «è stato aperto e condiviso». Quello lo incastrerebbe, secondo la Procura di Pisa. Ma ce ne sarebbero altri (oltre 60) che erano stati cancellati e ne è stata trovata traccia, ha detto il perito del pm  che ha passato al setaccio 20 supporti informatici (hard disc, tablet, pc smartphone) e 150 cdrom trovati nella disponibilità di un imprenditore di Ponsacco chiamato a rispondere di abusi sessuali sulla bambina minorenne di una coppia di amici. E’ stato il giorno del duello tra consulenti in tribunale a Pisa dove si celebra il processo davanti il primo collegio (presidente Murano, a latere Mirani e Poggi).

Il perito della Procura ha riferito la lunga attività di analisi sul materiale informatico sequestrato e in cui, tra 67 video porno, sono state trovate tracce di altrettanti con ragazzine di età inferiore ai 18 anni, frutto di videochat in cui le bambine da sole o in gruppo ballano, si spogliano o mimano atti sessuali. Ma nell’udienza di ieri è stata sentita anche un altro consulente della Procura, una psicologa, chiamata a rispondere dal pm Alemi sulla capacità testimoniale della bambina. Un’indagine condotta attraverso test e con l’audizione della minore e dei genitori. La bambina – ha detto la consulente – ha reso «una testimonianza lineare e non si è mai contraddetta», è in grado, come tutti, di dire la verità e di mentire. Il fatto di essere stata esposta ad argomenti sessuali (un paio d’anni prima di questi fatti era arrivata a scuola con le figurine del kamasutra “rubate“ ai genitori), la rende più vulnerabile di altri in quanto distingue meno i comportamenti normali da quelli che non lo sono. E, appunto, sono i comportamenti alla base di questa vicenda che è diventata un processo: un video che la bambina si sarebbe girata dove balletta in canottiera e slip con atteggiamenti ammiccanti e che ha fatto vedere ai compagni, alcuni disegni osceni (che però ha sempre negato di aver fatto).  L’imputato, difeso da Rolando Rossi, era l’amico di famiglia, lui insieme ad un ’altra coppia di amici frequentava la piccola ed i suoi genitori. Lui, l’imputato, aveva il cellulare della bambina memorizzato in rubrica e tra loro c’è stato qualche messaggio. Ma non solo quello. E’ lei, con il racconto al nonno, a metterlo nei guai: quell’uomo in una circostanza l’avrebbe «toccata». Da sentire altri testimoni e tra questi anche le maestre che insegnavano alla bambina all’epoca dei fatti.