Trump, ipotesi dazi pesanti sulla Vespa, Pontedera trema: "Sarebbe sciagura"

Ma l'azienda spiega: "In Usa esportiamo prodotti solo per il 5% del fatturato". Il caso esplode anche sui social. Su Twitter l'hashtag #Vespa sale nei trend topic

La 'carica' delle Vespe (Ansa)

La 'carica' delle Vespe (Ansa)

Pontedera, 30 marzo 2017 - Da una parte le battute irriverenti sui social. Dall'altra la preoccupazione, vera, per il lavoro. L'ipotesi di dazi pesanti sull'importazione in Usa della Vespa Piaggio, ipotesi ventilata dal presidente Trump per proteggere il mercato americano, mette in cirsi Pontedera. Che guarda con preoccupazione all'ipotesi. Si esprimono in termini negativi sia i sindacati che il sindaco di Pontedera. «Se questa indiscrezione venisse confermata per Pontedera sarebbe una sciagura». Non usa mezzi termini, Graziano Barsotti, delegato Uilm all'interno della Piaggio, per commentare le indiscrezioni giornalistiche. L'azienda di Pontedera spiega all'Agi che comunque l'esportazione in Usa rappresenta solo il 5% del fatturato. Se si esclude il Sud America e le moto di grossa cilindrata, che non rientrano nel provvedimento Trump, il fatturato in Usa si riduce al 2%.

«Nello stabilimento di Pontedera - sottolinea Barsotti - produciamo 15-20 mila Vespe l'anno destinate al mercato americano e una sensibile riduzione di questo mercato avrebbe ripercussioni gravissime anche sulla pianta organica della fabbrica che già è in difficoltà: qui alla Piaggio da anni andiamo avanti con i contratti di solidarietà e la mobilità volontaria e lavoriamo appena 7-8 mesi l'anno. Domani avremo un incontro con l'azienda e chiederemo spiegazioni precise anche su questo punto».

Benedetto Benedetti, segretario della Uilm di Pontedera, chiama invece in causa anche il Governo: «Da anni aspettiamo che la politica batta un colpo, ma purtroppo in Italia è sparita quasi del tutto la politica industriale: di fronte a questi scenari però servono risposte forti». Le stesse che invoca il segretario provinciale della Fiom Cgil, Marco Comparini: «Per anni ci hanno propinato che la globalizzazione sarebbe stata la soluzione dei problemi, ora ora si torna alla localizzazione. Prima ci hanno portato via le produzioni in nome della globalizzazione e del costo del lavoro sempre più basso, adesso minacciano di portarcele via per trasferirle dove si vendono i prodotti. Purtroppo la politica, soprattutto in Europa, è completamente supina ai mercati finanziari e non è più in grado di dettare nessuna regola e, a prescindere chi governa, le scelte sono condizionate dalla Troika. Non basta una risposta del governo italiano, servono risposte forti a livello europeo».

«Penso che di fronte a queste situazione anche l'Europa dovrebbe fare sentire con forza la propria voce. È necessario contrastare certe scelte di Trump, non solo sul terreno politico ma anche culturale. Prima i muri adesso il protezionismo», dice invece il sindaco di Pontedera Simone Millozzi. 

«Questa situazione - ha aggiunto Millozzi - è molto preoccupante e necessita di una risposta altrettanto netta, perché è chiaro che certe soluzioni protezionistiche potrebbero innescare un guerra commerciale al ribasso che avrebbe riflessi negativi sui lavoratori ma anche sui consumatori. Inoltre, da anni invito i governi nazionali ad attivare politiche di sostegno alla manifattura italiana, anche se la scarsa attenzione su questo comparto mi pare che continui ad esserci».