Terremoto, poche scuole sono a prova di scossa. Ecco la mappa dei rischi in provincia

Comune per comune, ecco i piani anti terremoto e i rischi

Un'immagine del terremoto

Un'immagine del terremoto

Pontedera, 26 agosto 2016 - Valdera, Valdicecina e Cuoio: tre aree fortunatamente non classificate come zone ad ‘alta pericolosità sismica’. Dopo il disastro che ha messo in ginocchio il Centro Italia, viene da sé interrogarsi sui rischi sismici del territorio in cui si vive. O della scuola dove mandiamo a studiare i nostri figli. Ne parliamo oggi con sindaci, assessori e tecnici, stilando una mappa degli edifici che rispettano le ultime normative in fatto di scosse (pochissimi), ed i piani di emergenza dei vari campanili nei casi di calamità naturale. Si tratta di una vera e propria catena di comando e controllo che unisce direttamente i Comuni alle associazioni di volontariato specializzate sul fronte della protezione civile. «Non ci aspettiamo certo un fenomeno distruttivo come quello che ha spazzato via la città di Amatrice – ci spiegano dall’ufficio tecnico dell’Unione Valdera - ma abbiamo una macchina pronta ad entrare in azione per eventi o catastrofi naturali, vedi appunto i terremoti, le alluvioni, le frane o gli incendi».

Partiamo proprio dalla Valdera: in sostanza, esiste un piano di protezione civile unico per i campanili sotto l’egida dell’ente, ma ogni Comune ha un proprio centro operativo che si coordina con le sentinelle del volontariato. E sono una trentina in tutto le associazioni della Valdera pronte ad entrare in azione in caso di emergenza. «Per quanto riguarda gli edifici pubblici – sottolineano dall’Unione – sono tutti a norma con gli standard del periodo nel quale sono stati costruiti. Ovvio che, l’asilo di Capannoli, facendo un esempio, abbia tutte le carte in regola perché di recente costruzione. Nel corso degli anni sono state effettuate indagini per i miglioramenti sismici, ma ultimamente i finanziamenti regionali si sono rallentati. Quello che possiamo fare è sviluppare, nei cittadini, una cultura della prevenzione anche nei gesti più quotidiani, come chiedere, quando ci ritroviamo in un locale pubblico, dove sia l’uscita di emergenza».

Passiamo ad un Comune del Cuoio: «A Santa Croce, dove il rischio terremoti è veramente limitato, abbiamo un piano comunale relativo all’alluvione del ’66 – dice l’assessore Piero Conservi – per le calamità naturali ci sono aree predisposte e siamo già addestrati, avendo effettuato varie simulazioni nei campi sportivi con molte associazioni di volontariato». Finiamo col il colle etrusco, il cui ospedale dovrebbe rientrare nel raggio di azione del piano di emergenza per il terremoto che ha devastato il Centro Italia: «I controlli su tutti gli edifici pubblici vengono effettuati continuamente - spiega il sindaco Marco Buselli - lo scorso anno abbiamo messo a nuovo la scuola di Villamagna, rendendola a prova di terremoto. Con le risorse che avremo a disposizione, contiamo, partendo dal plesso della frazione di Saline, di far raggiungere a tutte le scuole gli standard previsti».

Ilenia Pistolesi