'La sposa bambina' dovrà deporre nel processo d'appello bis

La prima udienza sarà a Firenze il prossimo febbraio: la vicenda esplose nel 2010. In cinque davanti alla Corte

Udienza a febbraio

Udienza a febbraio

Pontedera, 5 dicembre 2016 - Oggi 'La sposa bambina' è cresciuta, è maggiorenne e, pare, abbia anche un figlio. Ma la vicenda giudizaria che la vide al centro, tra non poco clamore e sconcerto, non si è conclusa. Anzi, lei dovrà essere sentita nuovamente davanti ai giudici del processo d’appello bis che doveva già essersi aperto a Firenze nei giorni scorsi e che invece inizierà il prossimo 9 febbraio.

La corte di secondo grado dovrà procedere ad una rinnovazione dell’istruttoria e quindi la giovane kosovara che fu definita appunto «la sposa bambina» dovrà essere rintracciata per tornare davanti ai giudici e raccontare nuovamente la vicenda di quando aveva 14 anni e disse di essere stata portata in Italia con l’inganno - per ottenere lo scopo i presunti aguzzini non avevano esitato a elargire denaro, doni e promesse di una vita agiata in Italia - per essere data in sposa, secondo il rito rom, ad un minorenne e a subire rapporti sessuali contro la sua volontà.

Una storia, appunto, che la Cassazione - accogliendo le ragioni della difesa - ha chiesto di riscrivere almeno in parte disponendo un nuovo giudizio in appello per l’imputazione di violenza sessuale di gruppo. Così come, in accoglimento del ricorso del pm, secondo la Suprema Corte, il processo è da rifare anche per l’assoluzione dai reati di tratta di persone e riduzione in schiavitù.

Resta in piedi la condanna per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La vicenda esplose nel 2010 e l’attività investigativa complessa e capillare fu coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze. Sul banco degli imputati (in parte del campo di Coltano, in parte - i nonni - di Gello a Lavaiano) erano finiti sei familiari dello sposo: Erizon Mahmuti, 44 anni, zio dell’allora sposo; la moglie Vjolka Dibrani, 43anni; Ibadet Dibrani, 39 anni, madre dello sposo; la nonna Nebhat Hamiti, 59anni, il padre dello sposo, Riza Haliti, 39 anni, Avdus Hamiti, il nonno dello sposo (nel frattempo, però, è morto).

Pesantissime, in un primo momento, le accuse, anche se le più gravi non erano entrate nella sentenza di primo grado. Che, invece, in appello furono contestate almeno per la violenza sessuale a quattro condannati. Gli imputati si sono sempre difesi sostenendo che la ragazza era arrivata a Pisa in accordo con i genitori per il matrimonio secondo i canoni della tradizione rom. In campo a sostenere la difesa una schieRa di penalisti di prim’ordine, da Luca Cinferoni a Nicola Giribaldi, Marco Meoli, Tiziana Mannocci.