Sesso con minori: "Soldi doppi e una ragazza se mi porti un tuo amico"

Pontedera: alle battute finali il processo a carico di un 42enne che adescava ragazzini sui socal e per un giovane che lo avrebbe aiutato in una circostanza

Tribunale

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Pontedera, 23 marzo 2017 - Al centro dell'udienza l'esame del principale imputato. «Mi ha portato quel ragazzo, anche lui era su chatroulette (chatroom causale di sguardi a luci rosse), abbiamo parlato e fatto quello che volevano loro», ha detto in tribunale il 42enne pisano, S.F.; le sue iniziali, sotto processo davanti il secondo collegio (presidente Salutini, a latere D’Auria e Giovanelli) perchè accusato di violenza sessuale, atti sessuali con minorenni, detenzione di materiale pornografico con minori, prostituzione minorile, stalking, sequestro di persona, adescamenti. Sostiene l’accusa il pm della Dda fiorentina Eligio Paolini. Stavolta, in attesa della sentenza ci limitiamo alle iniziali per i riflessi della vicenda sui familiari. Così come, per la stessa ragione, riportiamo le iniziali B.L.P, 22 anni, del secondo imputato del processo accusato di concorso in prostituzione minorile per aver “procacciato” un ragazzo all’imputato principale.  Dunque: «quello che volevano loro». Cosa? «La prima volta gli ho dato venti euro e non c’ho fatto niente perché troppo piccolo (minorenne) – ha riferito – Poi, la seconda, c’è stato del sesso, fu lui a volerlo dicendo di essere intenzionato a provare». E’ una storia di disagi e di pulsioni sessuali, di incontri proibiti e di vergogne quella al centro di questo processo dove i primi approcci dell'uomo erano fatti di insistenze con messaggi su Facebook e WhatsApp per vedersi in luoghi appartati e dietro promessa di regali per irretire i suoi potenziali bersagli sessuali: i fatti sono avvenuti tra Pisa e la Valdera con appendice di un episodio – il sequestro in auto di un ragazzo di cui l’uomo si era invaghito – arrivato sulla FiPiLi fino a Montopoli dove fu raggiunto dalla polizia.  Ancheil 22enne finito a giudizio, che ieri è stato sentito in aula, fu a sua volta contattato sui social. Il ragazzo, con non poche difficoltà, ha raccontato la sua storia, quel primo incontro di sesso orale per 15 euro e la promessa che «se gli avessi portato un amico mi avrebbe dato il doppio dei soldi». Ma ci sarebbe stato anche un altro regalo: «Una ragazza, visto che ho sempre desiderato averne una e non ci sono mai riuscito». Ecco, dunque, come un adolescente arrivò nella casa del 42nne e, anche lui, fu ricompensato con pochi euro. Ieri è stata la volta anche di altri testimoni, come alcuni familiari degli imputati e lo psicologo consulente della difesa del principale imputato che ha evidenziato la vergogna che il 42enne prova per le sue tendenze sessuali, e i suoi ex datori di lavoro che hanno riferito di essere stati minacciati per averlo assunto. A giugno la sentenza.