Intervento sbagliato, rischio beffa «Se Asl non paga il Fisco cerca noi»

Il legale dell’anziana a cui è stata amputata la gamba è preoccupato

Un’equipe di chirurghi in sala operatoria

Un’equipe di chirurghi in sala operatoria

 

Santa Croce, 20/07/17- Nessun commento da parte dell’ex Usl 11, oggi Azienda Toscana Centro, per la condanna al maxi risarcimento dei danni subiti da una paziente 85 enne che, a seguito delle complicazioni di un intervento, dovette subire l’amputazione della gamba. L’azienda sanitaria, che ha impugnato la sentenza del giudice civile di primo grado in appello, attende che il percorso giudiziario sia concluso prima di esprimersi. Il risarcimento complessivo – immediatamente eseguibile – sfiora il milione di euro.

L’avvocato Laura Masini di Santa Croce che, con la collega Roberta Marcori ha seguito la vicenda, sottolinea anche un altro aspetto, considerato anche che ad oggi di quel risarcimento neppure un centesimo è stato versato alla parte offesa e alla sua famiglia: «Se la Usl non adempirà al pagamento dell’imposta di registro di circa 27mila euro (non ancora liquidata e richiesta dall’agenzia dell’entrate) sull’ordinanza appellata, i ricorrenti, stante il vincolo di solidarietà, si troveranno a dover subire un’azione esecutiva da parte dell’Agenzia delle Entrate».

«Lo Stato – aggiunge l’avvocato Masini – pretende l’imposta di registro a prescindere dall’esito della causa, e nei confronti del fisco tutte le parti sono tenute al pagamento senza distinzione.

Nel rapporto interno tra le parti, invece, vale il principio della soccombenza, ovvero la parte che è stata condannata al pagamento delle spese legali è tenuta anche al pagamento dell’imposta di registro. Chi vince la causa e aspetta invano che la controparte paghi l’imposta di registro sulla sentenza, si vedrà comunque recapitata anche’essa la richiesta di pagamento da parte dell’amministrazione finanziaria».

La storia è quella di una donna che all’epoca dei fatti aveva 79 anni – residente nel Comprensorio – e si recò all’ospedale di Fucecchio dove fu operata per una semplice protesizzazione del ginocchio. Ma a causa delle complicanze dell’intervento, fu costretta a subire l’amputazione dell’arto all’ospedale di Santa Chiara (dopo essere passata anche da un ricovero nella clinica di San Rossore). La gamba amputata fu quella destra all’altezza della coscia. I fatti sono del 2011.

E già nel 2014 i legali dell’anziana, che all’epoca dei fatti aveva 79 anni, avevano introdotto contro la Usl 11 un procedimento per accertamento tecnico preventivo, anche a fine conciliativo, nel quale il consulente tecnico nominato dal giudice «rilevò i gravi errori commessi dai medici dell’ospedale di Fucecchio: questi, di fatto, avevano imprudentemente effettuato l’intervento di protesizzazione, causando poi l’amputazione dell’arto alla danneggiata e di conseguenza una invalidità pari al 55%». La Usl 11 non accettò le risultanze del procedimento di accertamento tecnico aprendo le porte alla causa civile.