Sequestrata e costretta a prostituirsi: chiesti 4 anni per l'aguzzino

Santa Croce: è la storia di una ragazza che venne in Italia per fare la baby sitter e sostiene di essere stata obbligata a fare la squillo

Udienza

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Santa Croce, dicembre 2016 - E' stata una requisitoria breve, ma comunque incisiva e appassionata quella del pm Miriam Pamela Romano che ha spiegato tutte le ragioni per le quali, secondo la Procura, è assolutamente credibile il racconto della allora18enne rumena. La giovane nel 2007 arrivò a Santa Croce dietro la promessa che avrebbe fatto la baby sitter e invece, secondo il suo racconto, nel giro di una manciata di giorni si ritrovò in strada in abiti succinti a prostituirsi a Firenze. Vivendo in quella casa, nel cuore della cittadina conciaria, dove sostiene di essere stata segregata anche per giorni, e facendo la pendolare. «Ora quella ragazzina è una donna – ha detto il pm rivolta ai giudici del collegio – sono passati dieci anni. Ma è venuta qui a raccontarci lo stesso copione. Non c’è alcuna illogicità nel suo racconto. E inoltre, vi chiedo, quale sarebbe stato il suo interesse a raccontarci tutto questo se non era vera?». «O le crediamo, inquadrando quello che ci ha detto in udienza nel contesto di una ragazzina giovanissima, in un Paese nuovo, dove non conosce la lingua, quindi impaurita e disorientata – ha aggiunto il pubblico ministero –. Altrimenti dovremmo processare lei per calunnia. Invece, anche se può apparire tutto strano, quel racconto non presenta elementi incoerenti e illogici». Il primo collegio del tribunale di Pisa presieduto da Pietro Murano (a latere Mirani e Poggi) ha rinviato per eventuali repliche e per la sentenza. Gli imputati sono H.H., 33 anni, e A. B., 35 anni, accusati di sequestro di persona, minacce e induzione alla prostituzione. Per il primo il pm ha chiesto 4 anni di reclusione e mille e 600 euro di multa, per il secondo l’assoluzione.  ACCURATA l’arringa dell’avvocato Antonio Bertei di Prato, difensore del 33enne, che ha ricordato: «le numerose incoerenze emerse quando la donna è stata ascoltata in aula – ha detto – in particolare nell’esame condotto dallo stesso presidente del collegio. E poi: sequestrata in casa in pieno centro a Santa Croce? Posso capire le paure del primo, del secondo o del terzo giorno, ma alla fine avrebbe potuto aprire la finestra e urlare in strada per chiedere aiuto. Questo si chiama istinto di sopravvivenza, che abbiamo tutti». Il legale ha nuovamente sottolineato aspetti che getterebbero ombre sul copione riferito dalla presunta vittima: «Indotta a prostituirsi ?– ha evidenziato ai giudici – Nella sua fuga a Roma si prostituisce, torna a Firenze e si prostituisce ancora rischiando di incontrare quelli che lei indica come i suoi aguzzini e quindi di essere minacciata ancora».  La ragazza, quando è stata sentita, raccontò di essere riuscita a sfuggire a chi la teneva in pugno quando, ad accompagnarla sulla strada, arrivò un ragazzo rumeno che la prese in casa. «Gli albanesi di Santa Croce – disse – mi minacciavano dicendomi che mi avrebbero ammazzata e rimandata in Romania a pezzi se non facevo come volevano loro». «Ma di tutto questo – ha detto il difensore – non c’è mai un riscontro». Da qui la richiesta di assoluzione anche per il 33 enne.