Il blogger dei borghi fantasma supera il milione di contatti

San Romano, le storie di Daniel Santucci, 20 anni, che racconta un tour in oltre 300 luoghi diversi segnati dal tempo

Santucci nelle rovine di chiesa

Santucci nelle rovine di chiesa

San Romano, 20 ottobre 2017 - CI sono  borghi mangiati dall’edera, chiese fantasma, antichi ospedali inghiottiti dai rovi, volti di ville dalle radici nobili, un tempo luoghi di vita e di benessere, scrigni di arte e di storia, con rughe profonde a segnare il tempo e l’abbandono. Camminarci, in quetsi posti, offre la sensazione di sentirsi un fantasma: il fascino dei luoghi deserti e abbandonati è irresistibile. Per alcuni può essere indimenticabile. Uno di questi è Daniel Santucci, un blogger ventenne di San Romano che in un anno ha superato il milione di visualizzazioni per le quasi 300 tappe che propone – un vero viaggio mozzafiato – corredate di cenni storici e riflessioni. Foto che parlano quelle di Daniel, che raccontano tracce di vita passata, momenti d’arte e di cultura coperti da una coltre sempre più fitta che finirà per esserne la tomba.  «Sono per lo più autoscatti, pensati, studiati nei minimi particolari, per sottolineare un’emozione e per far vedere al mondo quante cose belle si stanno perdendo», dice Daniel che per ognuno di questi luoghi cerca i referenti, i proprietari, o chi può comunque autorizzarlo per una visita finalizzata agli scatti artistici. 

Un viaggio su e giù per la Toscana e non solo quello di questo ventenne che ha si è innamorato della fotografia come linguaggio con cui parlare dei posti abbandonati: ospedali, manicomi, colonie, discoteche, fabbriche. Luoghi sui quali è calata da decenni la notte della vita e oggi sono quasi esclusivamente meta di bivacchi e vandalismi. «Il mio blog si chiama “I tre obsoleti“ – spiega Santucci – e ha lo scopo di far conoscere queste terre dimenticate. Un impegno che mi ha dato già molte soddisfazioni, non solo per le tante visite, ma perché sono stato contattato da da tante persone, anche dall’estero, che mi hanno chiesto informazioni, che poi in questi luoghi ci sono stati, li hanno a loro volta fotografati. Questo vuol dire che parlarne serve, è un’opera di sensibilizzazione culturale che, con il tempo, magari potrà portare da qualche parte, non dico in tutti, una nuova vita». Dal borgo di Canneto alle pendici di San Miniato, a Volterra (nell’ex manicomio) passando per Pomarance per tornare agli esterni di villino di sulla strada che porta a Fornacette, poi Ponte a Elsa (La Bastia), Montelupo e tanto altro ancora, fino a Modena e al nord Italia. 

In ogni foto Santucci coglie il particolare – «si sente il respiro della storia», dice – cercando anche negli arredi come tavoli, sedie, piatti, gli indizi di una storia da raccontare. Mentre un tocco da day after fa da cornice.