«Tornate a indagare sulla morte di mio figlio»

Giallo di Maiorca, parla la madre di Massimiliano Rossi trovato carbonizzato un anno fa

Massimiliano Rossi

Massimiliano Rossi

Ponsacco, 30 agosto 2016 - Un giallo fitto di misteri e di coincidenze inquietanti. «A partire dal numero di targa che da solo avrebbe portato direttamente a Massimiliano Rossi, 42 anni: era suo il corpo dell’uomo, in parte carbonizzato, con un coltello conficcato nel petto», dice la madre, Daniela Fadani, che con il nuovo avvocato farà istanza di riapertura della indagini. «E’ passato un anno e sto ancora aspettando quella telefonata: né le autorità spagnole, né quelle italiane mi hanno chiamata», aggiunge la madre dell’ex imprenditore pubblicitario, già titolare dell’Insomnia di Ponsacco. Ripartiamo dall’inizio. Siamo a Palma di Maiorca e sono le 19 dell’11 agosto 2015: qui Massimiliano ha perso la vita su una strada fuori Felanitx quando, con il suo «gitan furgo», si ferma su una piazzola di sosta avvolto dalle fiamme. Lo confermano le riprese di una telecamera di sorveglianza. Si vede Rossi che scende, compie alcuni passi, sparisce dietro il mezzo e quattro secondi dopo si vede il testimone (un poliziotto lussemburghese) che gli corre incontro e si dispera perché non trova un estintore.

Per la Guardia Civil è suicidio e la pugnalata se la sarebbe inferta da solo per non soffrire. «Massimiliano era pieno di vita», grida la madre aggiungendo che il caso di suo figlio non è poi così diverso da quelle di Regeni: «Anche Massimiliano è morto all’estero in circostanze tutte da chiarire, ma io sono stata lasciata sola da tutti, a partire dalla nostra diplomazia».

Quali le circostanze misteriose? Prima di morire, l’uomo disse ad un amica di conoscere il destino di Malen Ortiz, una ragazzina sparita da ormai da oltre due anni e, probabilmente, vittima di satanisti. Il suo sms spedito ad un’amica è drammatico: «Se muoio sai perché». «Non credo al suicidio - prosegue la signora Fadani - Semmai quello di Massimiliano è stato un suicidio indotto». Ma secondo la madre tra le ipotesi di reato ci fu anche l’omissione di soccorso: «Partono i pompieri, ma non l’ambulanza. Perché? A dare l’allarme fu un poliziotto che passava in bici, che ho ricercato, ma con me non vuol parlare...». Eppure Rossi aveva più volte contattato la Guardia Civil nei giorni che precedettero la sua morte, di persona e per telefono. Il 6 agosto aveva fatto alla polizia spagnola una telefonata alle 21.57 di quattro minuti. Qual è il contenuto di quella conversazione? Anche nelle settimane scorse la signora Fadani è tornata «sull’isola nera» - così la chiamava suo figlio - nel luogo dove Massimiliano è morto: «Ho trovato pezzi di banconote da 50 euro, forse erano le sue, visto che fu anche derubato. Ma la cosa che fa più male, dopo un anno, è vedere che l’Italia non ha mosso un dito».

Carlo Baroni