A caccia di Pokemon al Duomo ma Don Dini non ci sta: "Si confonde il sacro col profano"

Il proposto boccia il gioco sempre più popolare in città: "Così si allontana i ragazzi dalla realtà"

Giovani alle prese con "Pokemon Go" davanti al Duomo

Giovani alle prese con "Pokemon Go" davanti al Duomo

Pontedera, 20 agosto 2016 - Un'invasione silenziosa affolla ogni giorno e ogni sera Pontedera. Per i non aggiornati non è semplice capire come mai circa 50 ragazzi si accalcano sulla scalinata del Duomo o di piazza Garibaldi. Semplice (semplice per i giovani, ai meno aggiornati vaglielo a spiegare), sono gli allenatori di Pokemon che da oltre un mese – quando la Niantic ha lanciato sugli smartphone l’applicazione Pokemon Go –, vanno in giro a caccia di Pokemon.

Pontedera non è rimasta immune dalla nuova App che ha registrato in poco tempo milioni e milioni di accessi in tutto il mondo. Corso Matteotti, il Duomo, il Piazzone, piazza Garibaldi sono i maggiori luoghi di aggregazione per i ragazzi a caccia di questi mostriciattoli gialli. Ma anche lungo l’argine dell’Arno è possibile trovare tanti Pokemon acquatici. E la massa si sposta in base alle esche, uno strumento che un allenatore "butta" e per mezz’ora richiama i Pokemon in quella zona. Finita l’esca si torna a caccia in altre piazze e in altre vie. Una gara a chi ne trova di più salendo così di livello. E allora parte la caccia.

"Però Pontedera non è una gran fucina di Pokemon – ci spiega il giovane Raoul, pontederese e appassionatissimo del gioco – ci sono sempre i soliti Pokemon: Pidgey e Rattata su tutti, ma a volte capita di trovare anche qualche Pokemon raro". Ecco che anche nell’applicazione nata in California si ritrova una certa gerarchia: a Pisa se ne trovano molti, soprattutto in piazza dei Miracoli, poi Pontedera e infine tutti i paesi della Valdera. Oltre alla caccia al Pokemon più raro i ragazzi, più o meno giovani, si divertono anche a sfidarsi nelle palestre. Stiamo sempre parlando di palestre virtuali, le più frequentate sono quella sul Piazzone, alla madonnina, dietro il Duomo e dove c’è la Banca di Lajatico dove abbiamo incontrato Miguel Tineo, Raidel Ramires e Cesar Guerrero, tre ragazzi dominicani che si stavano sfidando.

Dai gruppi nati sui social network che uniscono gli allenatori si scoprono anche alcuni luoghi strategici dove trovare Pokemon rari: «dietro la chiesina di Sardina ce ne sono molti» gira voce. Sono proprio i luoghi sacri i più frequentati in quanto la Niantic ci ha posizionato molti Pokestop, ovvero stazioni di raggruppamento. Le chiese, le iconografie di Santi e Madonne diventano quindi luoghi di aggregazione, durante il giorno e la notte.

"Mi chiedo perché gli ideatori di questo gioco abbiano voluto accostare un gioco totalmente virtuale a dei luoghi sacri, c’è il rischio che questi ragazzi confondano il virtuale e il mistero – sono le parole del proposto di Pontedera, don Piero Dini  – questo gioco non mi piace. E’ un altro modo, l’ennesimo, per allontanare sempre di più i ragazzi dalla realtà".