"Dopo l’intervento chirurgico ho vissuto con una pinza in pancia"

La storia del fiorentino Mauro Cellini e del suo avvocato Caciagli portata alla ribalta nazionale nella puntata di 'Mi manda Rai Tre': "Scoperta per caso"

Mauro Cellini, 64 anni, mentre racconta su Rai Tre la sua incredibile disavventura

Mauro Cellini, 64 anni, mentre racconta su Rai Tre la sua incredibile disavventura

Firenze, 8 dicembre 2016 - UNA PINZA nella pancia. Un caso di malasanità che l’avvocato pontaegolese Giada Caciagli – quale referente per la Toscana dell’associazione «Risarcimento Salute» fondata da Daniele Viola – porta alla ribalta nazionale nella puntata di ‘Mi manda Rai Tre’. E’ la storia di Mauro Cellini, fiorentino, raccontata nello studio di Salvo Sottile. «Ho scoperto la pinza durante una tac – ha detto Cellini, 64 anni che non aveva mai sentito particolare dolore per quell’oggetto estraneo nel corpo – Il radiologo, visto l’oggetto, mi ha chiesto subito: ‘ma chi l’ha operata?’». La storia di Cellini inizia quando gli viene diagnosticato un tumore maligno al colon retto. Cellini scegli Careggi, ospedale all’avanguardia: «L’intervento che doveva durare solo poche ore – ha raccontato– dura invece molto più a lungo e qualcosa non va bene, in quanto mi risveglio con la deviazione dell’intestino che non era stata preventivata».

POI, ALCUNI mesi dopo, il paziente torna a fare la ricanalizzazione: «E’ luglio quando vengo sottoposto a questo intervento. E anche in questo caso le cose non vanno bene. E’ nel secondo intervento che viene dimenticato lo strumento che poi è stato visto dal radiologo quando, settimane dopo, mi reco per fare una tac di controllo». Poi entra in campo, nello studio televisivo, il giovane avvocato pontaegolese, referente dell’associazione il cui sito da 50mila contatti l’anno. «A me non risulta che l’ospedale si sia giustificato oppure abbia dato spiegazioni su che cosa sia successo in sala operatoria – ha detto Giada Caciagli –. Ha proposto delle scuse ma non è seguita alcuna proposta di eventuale risarcimento per tutto quello che Cellini ha affrontato: anche perché consideriamo lo stress che ha comportato per il mio assistito sottoporsi al terzo intervento». Finora non c’è mai stata una mediazione tra Cellini e l’ospedale. Il passaggio lo propone Salvo Sottile e sul caso prende la parola il dottor Gian Aristide Norelli, direttore del dipartimento di medicina legale di Careggi. «Ho davanti gli atti che sono stati fatti dalla nostra struttura di gestione del rischio – dice il medico –. Durante un esame radiografico è stata rinvenuta la pinza ed è stato avvisato il signor Cellini: con un intervento la pinza è stata rimossa». «C’è stato un errore che l’ospedale ha ammesso, un errore unano – ha aggiunto il medico –. E’ stata compitala la check list degli strumenti di sala che deve servire perché non succedano certe cose: non è stato segnalato con esattezza il numero dei ferri che è stato impiegato nel corso della seduta chirurgica. Quindi non è stato possibile poi fare la verifica corretta fra il numero dei ferri effettivamente impiegato e il numero dei ferri che è stato riconteggiato al termine della seduta». «In conseguenza di questo fatto è stata migliorata ancora la metodologia della compilazione della chek list – ha concluso il dottor Norelli –. Per quanto riguarda il risarcimento, Careggi non ha un’assicurazione e siamo in regime di risarcimento diretto: per definire tempistica e modalità occorre una richiesta in tal senso». Si aprirà un tavolo.