Omicidio-suicidio, il bimbo di 7 anni sotto shock

Il figlio più piccolo di Nona Movila, uccisa dal marito, si è chiuso nel silenzio

Petru Cornel Movila e la moglie Nona

Petru Cornel Movila e la moglie Nona

Montecerboli (Pisa), 24 ottobre 2016 - Quegli occhi così innocenti, marchiati a vita dai fotogrammi di una follia pura. Il piccolo si trovava lì, in quella maledetta casa a Montecerboli (frazione di Pomarance), nella cucina dell’appartamento dove il babbo ha massacrato la mamma a coltellate prima di togliersi la vita in bagno, tagliandosi le vene con quella stessa arma con la quale aveva appena sgozzato la propria donna. Ha soltanto sette anni ma, nell’arco di una manciata di minuti, la sua vita è stata stravolta per sempre. Scaraventata nel peggiore degli incubi.

Dice di non ricordarsi nulla, il figlio più piccolo di Nona Movila, la badante di origini rumene di 42 anni massacrata a colpi di fendenti dal marito Petru Cornel Movila, 50 anni camionista. Il piccoletto ha assistito alla spietata mattanza compiuta dal padre. La mamma se lo era portato con sé al lavoro. Era entrata nella casa della 92enne che accudiva saltuariamente, per dare il cambio a un’altra badante, intorno alle 15.30 di sabato pomeriggio e avrebbe dovuto staccare alle 18.30. Il bimbo, negli attimi successivi alla tragedia, è scappato per strada. Fuggito da quella palazzina degli orrori. Si è rintanato da alcuni vicini, e poi è stato rintracciato da una pattuglia dei carabinieri. Si è totalmente chiuso nel proprio dolore, in un mutismo assoluto. Si è spento dentro.

E’ il dramma di un bambino di soli sette anni, che ha completamente rimosso dalla propria mente la furia assassina del padre. Era in cucina con l’anziana donna accudita dalla madre, quando il babbo è arrivato. E non è escluso che i suoi occhi abbiano visto tutto. Il bimbo è stato subito affidato al fratello maggiore e poi alle cure di una zia, sorella della madre, anche lei badante e che vive nella vicina Volterra. L’uomo era arrivato a Montercerboli solo da pochi mesi, dove la moglie viveva già da qualche anno con tre dei cinque figli. Non si rassegnava alla fine di quel matrimonio.

Una tragedia annunciata? Di certo la mente del 50enne era avvelenata dalla paura di perdere la donna tanto che nel mese di settembre, in due diversi episodi, i carabinieri erano dovuti intervenire nell’appartamento a piano terra del borgo storico. La coppia rumena era già finita al pronto soccorso dopo aver perso le staffe fra le mura domestiche. Lui minacciava in continuazione di togliersi la vita, diceva di essere pronto a uccidersi se la moglie (che dormiva a Volterra da una delle sorelle), non fosse tornata insieme a lui.

Fino alla mattanza di sabato scorso, quando l’uomo si è presentato nella casa dove la moglie lavorava. Hanno iniziato a litigare, poi lui ha perso il lume della ragione ed ha impugnato un coltello da cucina, l’ha colpita varie volte e poi le ha tagliato la gola. Il cadavere della donna è stato scoperto, da una collega badante, nel salotto. Mentre il marito si è ucciso, tagliandosi le vene, nella stanza da bagno.

Ilenia Pistolesi