La scultura si sveglia orfana. Addio Staccioli, maestro e visionario

Volterra, padre di tante opere anche in zona: "Grave perdita"

Mauro Staccioli  era nato a Volterra  nel 1937.  Ha sempre portato il Colle Etrusco nel cuore.  Nel 2009 diede vita ad un’importante mostra

Mauro Staccioli era nato a Volterra nel 1937. Ha sempre portato il Colle Etrusco nel cuore. Nel 2009 diede vita ad un’importante mostra

Volterra, 2 gennaio 2018 -  UN PEZZO di storia di Volterra che se ne va. E’ morto ieri l’artista Mauro Staccioli, classe 1937, volterrano doc e sicuramente uno dei pilastri fondanti dell’arte contemporanea. Si è spento nelle scorse ore nella sua casa milanese, dopo anni in cui ha combattuto con una brutta malattia. La salma verrà trasferita in questi giorni nella sua Volterra per l’ultimo addio. «Un grande abbraccio ideale, a nome della comunità volterrana per l’addio a Mauro Staccioli – è il cordoglio del primo cittadino Marco Buselli - un grande artista volterrano e una delle figure più importanti nel panorama contemporaneo internazionale. A ricordare il suo genio e allo stesso tempo la sua semplicità, sono proprio le opere che ormai costituiscono parte integrante delle colline del volterrano, come l’Anello alla curva di San Martino. Ho avuto il piacere di conoscerlo e di avergli potuto conferire la civica benemerenza».

«Siamo vicini – ha proseguito il sindaco – alla famiglia e a chi gli ha voluto bene. Fra tutte le sue opere, l’anello di San Martino è diventata di fatto un altro simbolo della città. Mauro ci ha lasciato una finestra per guardare al futuro, con le radici ben posate sulla nostra terra». Staccioli si era diplomato all’istituto d’arte cittadino nel 1954. Nel 1960 inizia la parentesi sarda e fonda, insieme a giovani artisti e intellettuali sardi, il «Gruppo di iniziativa». Nel 1963 si sposta prima a Lodi e successivamente a Milano, dove assumerà l’incarico di direttore del liceo Artistico di Brera e successivamente del liceo artistico statale di Lovere, in provincia di Bergamo. Dopo aver sperimentato la pittura e l’incisione, dalla fine degli anni Sessanta si dedica alla scultura, sviluppando l’idea che la scultura possa mettersi in stretta correlazione ai luoghi, intesi come forme fisiche e sociali, forgiando una serie di «sculture-intervento». Materiali semplici, come ferro e cemento e geometrie essenziali che irrompono nei paesaggi e scardinano ogni schema. Nel 1973 nella sua città realizza, grazie ad un nuovo lavoro di ricerca artistica, «Volterra 73», un grande evento di creatività urbana in cui l’arte contemporanea uscì dalle gallerie e debordò negli spazi cittadini. Negli anni successivi le opere del maestro Staccioli hanno conquistato mezzo mondo: prima l’invito alle Biennali veneziane, poi i successi in Germania, in Gran Bretagna, in Israele e in Francia, giusto per citare alcuni Paesi esteri, per arrivare alla sua prima personale negli States. Tante le installazioni-culto di Staccioli che troneggiano nelle colline di Volterra e che sono diventate vere e proprie icone per gli appassionati dell’arte.