Morte di Novelli, definitiva la condanna del trattorista

Santa Maria a Monte, lo schianto avvenne nel 2009 sulla via Nuova Francesca: nessuna colpa per il centauro

Tribunale di Pisa

Tribunale di Pisa

Santa Maria a Monte, 24 maggio 2017 -  Ora con la sentenza della Corte di Cassazione si è concluso dopo otto anni il percorso giudiziario sulla morte di Daniele Novelli, motociclista di 39 anni, che si schiantò contro un trattore, nel novembre del 2009, lungo la provinciale Nuova Francesca all’altezza di Ponticelli, direzione Santa Croce. Novelli era un meccanico residente a Cintolese (originario di Fucecchio, dove lavorava) con la grande passione della moto: la sera della tragedia era con altri due motociclisti. Lo schianto tra la moto di Novelli e il trattore fu terribile e l’uomo arrivò al pronto soccorso di Pontedera in condizioni disperate: era cosciente quando fu soccorso, ma troppo importanti erano anche le lesioni che aveva riportato e, nonostante gli sforzi dei sanitari, morì poche ore dopo. A giudizio, con l’accusa di omicidio colposo, finì il conducente del trattore, G.C. 68 anni di Castelfranco, che fu condannato in primo grado a Pisa, previa concessione delle circostanze attenuanti generiche, ad un anno e quattro mesi di reclusione (pena sospesa): sentenza confermata dalla Corte d’appello di Firenze e ora diventata definitiva con la pronuncia degli ermellini che hanno rigettato il ricorso dell’imputato condannandolo anche al pagamento delle spese processuali e alla refusione delle spese per la costituzione delle parti.

Tra le argomentazioni del ricorso, in particolare, la difesa del 68enne – anche alla luce delle consulenze tecniche di parte – controbatte sull’elemento della velocità a cui viaggiava la persona offesa, sulla visibilità del mezzo agricolo su un rettifilo di circa 500 metri senza alcun ostacolo, e sul mancato riconoscimento della circostanza attenuante dell’avvenuto risarcimento del danno. I giudici di legittimità, argomentando il rigetto, hanno osservato come in sede di merito il giudice avessero affermato che il «trattore nel campo, vicino alla strada, era sì visibile con anticipo, come ha sostenuto la difesa, ma i tre motociclisti lo avevano potuto notare nel campo e non potevano certo immaginare che quel mezzo agricolo avrebbe eseguito un attraversamento - vietato - dell’intera carreggiata per portarsi nel campo sito al lato opposto della strada, salendo da un piccolo tratto di accesso assolutamente non segnalato (tanto che non vi è alcuna interruzione della striscia delimitante la carreggiata) e non visibile dalla strada se non in prossimità». Il centauro era padre di tre figli.