Istigò alla jihad su Facebook, assolto: "Il fatto non sussiste"

Così la corte d'assise di Pisa al termine del processo a carico di Jalal El Hanaoui, il marocchino di 26 anni residente a Ponsacco

Jalal El Hanaoui esce dal Tribunale di Pisa dopo la sentenza (foto Valtriani)

Jalal El Hanaoui esce dal Tribunale di Pisa dopo la sentenza (foto Valtriani)

Pisa, 23 settembre 2016 - Assolto perché il fatto non sussiste. Dopo una camera di consiglio durata poco più di un'ora, la corte d'assise ha disposto l'immediata liberazione di Jalal El Hanaoui, arrestato nel luglio dello scorso anno per istigazione a compiere atti di terrorismo con l'aggravante dell'utilizzo dei mezzi informatici.

Il pm Angela Pietroiusti aveva chiesto otto anni di reclusione. Con tre ore di arringa i difensori Mannocci e Meoli hanno smontano un'indagine della Digos durata otto mesi. Il 26enne marocchino di Ponsacco torna a casa libero. Alla lettura della sentenza si è gettato al collo dei suoi avvocati.

"È finito un incubo perché se mi avessero condannato per una cosa che non ho mai fatto sarei impazzito". Queste le parole del 26enne poco dopo la sentenza di stasera. Il giovane si trovava agli arresti domiciliari: la corte ne ha disposto l'immediata liberazione. "La sentenza di oggi non è un atto di fede o di coraggio ma un atto di giustizia ed è il motivo per cui io faccio l'avvocato»" le parole dell'avvocato Tiziana Mannocci, difensore del marocchino insieme a Marco Meoli.