Inchiesta sugli affari con le cosche, via agli interrogatori

Santa Croce, gli indagati compariranno davanti al gip nelle prossime ore. Dure prese di posizione di Cna e Cgil

Le volanti nelle ore del blitz

Le volanti nelle ore del blitz

Santa Croce sul'Arno (Pisa), 22 febbraio 2018 - Scattano gli interrogatori davanti al Gip Paola Belsito per i 14 soggetti colpiti dalle misure cautelari richieste dalla Dda fiorentina nell’ambito dell’inchiesta «Vello d’oro» che ha portato alla luce, secondo gli inquirenti, un contatto tra aziende sane della filiera della pelle e un fiume di soldi illeciti legati alle cosche calabresi. Secondo il teorema accusatorio soldi di società in odore di ‘ndrangheta venivano prestati a imprenditori del Comprensorio per ottenere in cambio restituzioni di denaro gonfiate da interessi con tassi da usura. I denari sarebbero stati restituiti grazie a false fatture di pellami che, secondo le indagini di carabinieri e fiamme gialle, poi sarebbe stati recuperati dagli imprenditori scaricando l’Iva. Ammortizzando così gli interessi dei prestiti e riuscendo anche a guadagnare a spese dello Stato. 

Si tratta degli interrogatori di garanzia si terranno nelle prossime ore con precedenza, ovviamente, agli undici detenuti con misura cautelare in carcere. Quelli che si trovano ai domiciliari (4) compariranno davanti il gip probabilmente venerdì. I legali stanno in queste ore decidendo le strategie: gli assistiti possono scegliere il silenzio o decidere di rispondere alle domande per cercare di chiarire la loro posizione dentro una maxi inchiesta che indaga 18 persone ed ha posto sotto sequestro preventivo numerosi conti correnti e 12 società, di cui sette con sede all’estero (in Slovenia, Gran Bretagna, Austria, Croazia e Romania), delle quali si sospetta che siano controllate dalle cosche. 

Il «contatto» tra la criminalità organizzata e il Comprensorio, intanto, ha scioccato il distretto che vuol reagire. Lo dimostra la presa di posizione di Cna. «Per le imprese la legalità è importante come l’aria che si respira», dice il presidente provinciale Matteo Giusti. «Chiediamo di fare presto perché può essere un duro colpo all’immagine del distretto – aggiunge Roberto Marzini presidente Cna Area del Cuoio – che invece è giustamente considerato un modello per la gestione ambientale e deve esserlo anche per la eticità dei comportamenti. Noi siamo fra le parti sociali impegnate da anni sul tema della legalità e della eticità e profondamente convinte che quel territorio può sopravvivere e crescere solo se acquisisce piena consapevolezza di questi temi opponendo come sistema una barriera granitica sotto il profilo ideale, culturale, sociale imprenditoriale, istituzionale, economico». «La questione riguarda tutti, nessuno escluso, e noi vogliamo fare la nostra parte sino in fondo – conclude Marzini che chiede l’approvazione urgente del regolamento del codice etico di distretto – . Ce lo chiedono i nostri imprenditori, ce lo chiedono i cittadini; lo dobbiamo ad un territorio fatto di imprenditori e lavoratori onesti che ha saputo sempre trovare nelle criticità la forza per superare, tutti insieme, difficoltà che parevano insormontabili».  Dura anche Cgil Pisa. «Quanto sta emergendo in queste ore in merito all’operazione anti ‘ndrangheta testimonia in modo plastico quanto ormai la criminalità organizzata si sia radicata in Toscana ed anche nel territorio della nostra provincia – spiega una nota – Il malaffare consente ad aziende non rispettose delle leggi di agire e competere in maniera sleale, aumentando i fenomeni di irregolarità. Le difficoltà che si sono registrate in tutti questi anni sul rapporto tra sistema produttivo e sistema creditizio, sono state un elemento a nostro giudizio determinante nel favorire aspetti come quelli a cui stiamo assistendo».