Giovane inghiottito dal Tevere. La famiglia ingaggia criminologo

La mamma di Federico: "Qualcuno potrebbe averlo spinto"

Federico Carnicci

Federico Carnicci

San Miniato, 9 dicembre 2015 -  Un criminologo studierà il caso della morte di Federico Carnicci. Un caso che, secondo la famiglia, presenta tanti aspetti da chiarire e domande senza risposta. La stessa autopsia, attesa per mesi, non ha dissipato i dubbi che assillano la mente della mamma di Federico, Lidia Speri, e di chi – con lei – nel luglio scorso, per giorni e notti, girò Roma in lungo e in largo, alla ricerca del 27enne che scomparve da sotto ponte Mazzini alle prime luci dell’alba del giorno sette.

Ma torniamo a quei giorni. Federico Carnicci, dopo la separazione dalla compagna, lascia Santa Croce per prendersi un periodo di riflessione, per riordinare le idee: decide di fare un’esperienza di vita di strada con un gruppo di giocolieri e piccoli artigiani che conosce da qualche tempo: per letto un sacco a pelo, un ponte per riparo e per tetto le stelle di Roma. Una mattina, però, Federico non è più nel suo sacco a pelo, non si trova, gli amici nel denunciano la scomparsa (ma secondo la mamma non lo cercano) e sarà il Tevere a restituire il corpo 10 giorni dopo. «Non vivo più, voglio la verità su quello che è successo a mio figlio – dice la madre Lidia – perché chi era con Federico, quel gruppo, la verità secondo me non l’ha detta: hanno cambiato più volte versione e, dopo le prime dichiarazioni rese al commissariato di Trevi Campo Marzio nella denuncia di scomparsa, più volte, sosterranno che secondo loro Federico nel fiume prima ancora che il corpo venga trovato». «L’autopsia non ha dissipato dubbi – aggiunge la donna – Morto per choc termico con arresto cardiocircolatorio e respiratorio sarebbe la causa della morte: fatale il contatto con il tuffo nel Tevere. Ma era morto o vivo quando è caduto nel fiume? Chi può dire che non c’è stato spinto? O che non c’è stato buttato?. Il 13 dicembre vado a Roma per firmare l’incarico ad un criminologo che studierà il caso e le carte, avvalendosi della consulenza di un medico legale».

«La morte di Federico è tutta da scrivere, o comunque da riscrivere – conclude la mamma – Devono dimostrarmi che è stata solo una disgrazia: e se così fosse come sono andate le cose? Se ci fosse stato un litigio...?». Federico aveva bevuto birra quella sera, ma non aveva assunto droghe non era in preda ad allucinogeni, e l’autopsia ha rivelato che non aveva acque nei polmoni. Giallo.