"Condannate Benvenuti per omicidio volontario aggravato"

Morte di Marinella Bertozzi, la Procura di Firenze ha depositato il ricorso in appello contro la sentenza di primo grado.

Marinella Bertozzi

Marinella Bertozzi

Santa Croce, 6 gennaio 2017 - Il pubblico ministero di Firenze Sandro Cutrignelliha chiesto ai giudici del secondo grado di giudizio di riformare la sentenza di primo grado – a carico di Giacomo Benvenuti, 41 anni, operaio di Santa Croce, marito di Marinella – riqualificando il fatto come riportato nelle originarie imputazioni: omicidio volontario aggravato. Una ventina di pagine in cui la Procura di Firenze, che sul giallo della morte della donna di origine sanminiatese avvenuta il 30 ottobre 2014 a Querce, avviò immediate indagini e ottenne dopo poche settimane l’arresto del marito, mette in discussione i punti chiave con cui nell’agosto scorso la giudice Paola Belsito ha riqualificato l’accusa e ha condannato Benvenuti a 18 anni di reclusione per morte come conseguenza del reato di maltrattamenti. «Non abbiamo nessuna evidenza della volontà di Benvenuti di uccidere la moglie, ma abbiamo plurimi elementi per affermare che il suo modo di rapportarsi a lei era sempre e comunque maltrattante», scrive il giudice in sentenza sottolineando – a sostegno della decisione – che Benvenuti quel giorno, si «è comportato né più né meno come si era comportato tante altre volte, quando sembrava la volesse scannare, quando la umiliava, quando la picchiava ripetutamente senza pietà». Ma la scarica devastante (emersa dalle consulenze medico legali) di botte con calci, pugni e bastone inferte quel giorno a Marinella Bertozzi, per il pm depone in maniera «decisa e univoca» per l’intenzione di causare la morte «infliggendo sofferenze straordinarie». Quel giorno per Cutrignelli non è affatto accaduto quello che accadeva di consueto, ma molto di più, perché mai le lesioni avevano raggiunto «quella incontenibile lesività che ha portato alla morte, e ciò perché mai, prima di quel giorno, l’imputato aveva espresso un’azione prolungata e accanita di quel tipo». A confortare questa testi, per la Procura, ci sono anche le intercettazioni telefoniche. Una in particolare, in cui Benvenuti parla con il padre e in un momento di concitazione dice: «Sì... l’ho ammazzata di botte».  Ma si annuncia un nuovo duello. Con oltre 200 pagine il penalista Francesco Stefani, legale di Benvenuti, mette in discussione tutto l’impianto accusatorio e scrive un copione diverso. Quello di un uomo «che non aveva motivo di fare del male alla moglie», tanto «da essere animato addirittura da intenzione di ucciderla». Dalle intercettazioni telefoniche, per la difesa, non emergono neppure «mire economiche». Inoltre fu Benvenuti a preparare la camomilla quando si accorse che la moglie stava male. E fu lui a chiamare il 118. Il legale, oltre l’assoluzione o in subordine la riqualificazione del reato in quello di omicidio preterintenzionale, chiede anche nuovi approfondimenti sul Dna rinvenuto sotto le unghie della Bertozzi e sui fazzoletti insanguinati comparandolo con altri profili genetici.