Rifiuti e tronchi, il fiume Era fa più paura

Decine di chiamate alla protezione civile. Dopo i fatti di Livorno sale l’ansia: «Ma non ci risultano criticità»

Un drammatico scatto dell’alluvione del gennaio 2014

Un drammatico scatto dell’alluvione del gennaio 2014

Ponsacco, 20 settembre 2017 - L'Era fa paura a Ponsacco. L’accumulo di vegetazione, oltre ad una quantità non indifferente di rifiuti tracimati dalle acque, hanno messo in allarme – nelle ore del maltempo – molti residenti della cittadina del mobile la cui mente è andata a Livorno e a quello che successe nel gennaio del 2014. Almeno una sessantina le telefonate che sarebbero arrivate alla Protezione civile per chiedere come mai Pontedera avesse lanciato l'allerta attraverso i telefoni mentre da Ponsacco non fossero arrivate comunicazioni di sorta. Un'ansia crescente anche se la situazione, per fortuna, è sempre rimasta sotto i limiti di guardia.

Tuttavia, come anche lo stesso Consorzio di Bonifica del Basso Valdarno ha avuto più volte modo di specificare, la questione presenta diversi aspetti: il Consorzio non ha competenza sui rifiuti, nel senso che se devono essere rimossi questo deve farlo l’amministrazione comunale. Questo anche se i rifiuti abbandonati sulle sponde dei fiumi – spesso vere discariche nascoste dalla vegetazione – rischiano in alcuni casi di finire tra le acque per diventare un ostacolo o un’arma in mano alla piena. Dal Consorzio piuttosto sottolineano come il taglio della vegetazione (questa invece compito dell’attività di bonifica) sia stata svolta regolarmente, con almeno due passaggi annuali.

"Lavoriamo assiduamente con il Consorzio – spiega l’assessore all’ambiente Emanuele Turini – e al momento non ci risultano criticità sull’Era. Facciamo continuamente dei controlli ascoltando anche le segnalazioni dei cittadini. Abbiamo comunque fatto alcuni solleciti affinché il letto del fiume sia sempre pulito. È vero, durante il maltempo, sono arrivate numerose chiamate ma tutto era sotto controllo». LA ferita a Ponsacco è fresca e ovviamente la mente dei più non può che tornare a quel maledetto 31 gennaio 2014 quando il fiume ruppe gli argini in zona Camugliano allagando completamente la parte del centro abitato che guarda Capannoli. Invase dall’acqua furono alcune delle vie principali, come via Chiavaccini e via Maremmana. Il ricordo di quei giorni ha riacceso la paura nei cittadini. Una paura che potrà essere stimolo a una manutenzione ancora più massiccia dell’alveo e delle sponde. Queste ultime da vigilare, però, contro l’abbandono di rifiuti.