Morte di Federico nel Tevere, un "giallo" lungo due anni

Santa Croce, lo sfogo della madre che chiede di sapere se ci sono indagati e come andarono le cose

L'avvocato De Pietro con Lidia Speri

L'avvocato De Pietro con Lidia Speri

Santa Croce, 19 giugno 2017 - Uno sfogo carico di rabbia e dolore: «Vidi mio figlio vivo per l’ultima volta due anni fa, ho il diritto di sapere se qualcuno ha colpa della sua morte e cosa accade in quei giorni». Esattamente due anni fa. Il 18 giugno 2015 Lidia Speri e Federico Carnicci passarono una giornata insieme. Poi lui tornò dal gruppo di punkabbestia con cui stava facendo un’esperienza di strada a Roma, vivendo lungo il Tevere e dedicandosi alla giocoleria per i turisti. Aveva 27 anni, Federico, operaio di Santa Croce, un figlio e due relazioni alle spalle, quando scomparve i primi di luglio per essere ripescato cadavere nel grande fiume una decina di giorni dopo. Una scomparsa e una morte che ancora aspettano di essere chiarite, di sapere se qualcuno ha delle responsabilità. Lidia, che vive a San Miniato, è una donna forte, ma oggi si sfoga: «Non ce la faccio più, sono nuovamente mesi e mesi che aspetto un cenno, di sapere se qualcuno è indagato per la morte di Federico, se sta emergendo il contesto nel quale mio figlio sarebbe finito nel fiume». La battaglia di Lidia ha superato una precedente archiviazione del caso chiesta e ottenuta dalla Procura della Repubblica di Roma: ora indaga la Squadra mobile e il fascicolo è aperto con ipotesi di reato di omissione di soccorso. Ma secondo il legale Carmine De Pietro – che assiste i familiari di Federico – potrebbe aggiungersi la fattispecie di occultamento di cadavere. Gli inquirenti in questi mesi hanno sentito anche Lidia e la figlia Vittoria.

«Era stata ipotizzata una riesumazione del cadavere per fare una nuova autopsia di cui c’è assoluta necessità anche per fare luce su alcuni segni sospetti che presenta il corpo di Federico – conclude Lidia – Ma non si è più saputo nulla. Chi era con mio figlio quella notte e in quei giorni sono stati sentiti? A che punto sono le indagini? Qualcuno è almeno indagato? Ho diritto a queste risposte». Del caso di Carnici si sono occupate anche trasmissioni televisive – in particolare «Chi l’ha visto?» – che ha rintracciato quel gruppo che viveva con il santacrocese sotto Ponte Mazzini facendo emergere versioni diverse dell’accaduto ed elementi contrastanti del primo copione della vicenda. Compreso il fatto che quando il 27enne era ancora uno scomparso ambienti vicini a chi vive sulle sponde del Tevere lo dava già per morto nel fiume. «Perché?», dicono i familiari. La chiave del mistero potrebbe essere quella