A fuoco falegnameria in via Mazzini

Paura nella notte nella bottega di Roberto Ciabatti: "Poteva andare peggio"

Roberto Ciabatti, ieri pomeriggio, mentre sistema il laboratorio dopo l’incendio

Roberto Ciabatti, ieri pomeriggio, mentre sistema il laboratorio dopo l’incendio

Pontedera, 12 febbraio 2018 - «Poteva andare peggio. Sì, dai: poteva davvero capitare un bel disastro». Roberto Ciabatti riesce a sorridere mentre, con il volto ancora sporco di cenere, scarta i pannelli di legno abbrustoliti dal rogo scatenato nella notte. Sta impilando tavole su tavole sul marciapiede di via Mazzini: il passaggio, di fronte alla sua bottega, è transennato e l’odore acre e pungente del fumo si avverte anche in lontananza.

Eppure Ciabatti, una vita da falegname in una bottega che vanta 133 anni di attività, ha ragione da vendere: poteva andare molto peggio. Nella notte, fra sabato e domenica, intorno alle 3 un cortocircuito ha fatto scattare una scintilla nel laboratorio adibito anche a magazzino di legno. E questa si è propagata sfociando in un incendio la cui natura devastante è stata contenuta solo grazie al pronto intervento di tre squadre dei vigili del fuoco di Cascina.

«E’ davvero strano – ci racconta Ciabatti –. E’ chiaro che si tratta di un cortocircuito scaturito dall’impianto elettrico ma, sinceramente, non ho ben capito come possa essere accaduto». Poi mostra una traccia con il filo di rame incriminato. «Dei ragazzi stavano passando – continua il falegname – hanno visto il fumo uscire dal tetto e hanno subito dato l’allarme». Una fortuna. Ma quando Ciabatti, svegliato di soprassalto nel cuore della notte, è arrivato alla bottega pareva una visione infernale.

«C’era un fumo tremendo – dice – ma le fiamme sono state presto domate. Certo, il calore sprigionato dal rogo ha fatto esplodere tutti i vetri ma li sistemerò. Per fortuna i macchinari non sono stati toccati e domani (oggi per chi legge ndr.) sarò regolarmente aperto». Sono serviti dieci uomini a contenere il rogo in una zona della città delicata: in pieno centro e fra le abitazioni. «Piano piano sistemerò tutto – conclude Ciabatti – l’importante è che nessuno si sia fatto male».