Droga dall'Olanda in Valdera, chiesti 16 anni per il capo della cellula pisana

Pontedera, rito abbreviato per i pondeteresi coinvolti nell'inchiesta che ha portato a processo venti soggetti

Udienza in tribunale

Udienza in tribunale

Pontedera, 20 giugno 2017 - Sotto processo c'è è una storia di tanta droga che dall’Olanda raggiungeva l’Italia e che, per la Toscana, aveva una cellula ben attrezzata in provincia di Pisa, con tre soggetti attivi di cui due a Pontedera. Con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti sono a giudizio, appunto, due albanesi 37enne di Pontedera – C. A., e D.A. le loro iniziali – che, insieme ad altri due dei venti soggetti coinvolti nell’inchiesta hanno optato per il rito abbreviato. L’operazione della Dda fiorentina – coordinata dal sostituto procuratore Giulio Monferini – ha infatti inferto un duro colpo al traffico di droga tra Olanda e Italia e, più segnatamente, allo smistamento della cocaina in Toscana. Nel pontederese, per i fatti che vedono coinvolti i due albanesi, ci fu un sequestro importante di un chilo e mezzo di droga nella zona di via America. Siamo nel 2009 quando scattò il blitz disposto dalla Procura. Negli stessi giorni, dopo quel primo sequestro, ce ne fu un altro, ad Altopascio, sempre di un chilo e mezzo di merce: anche in questo caso destinata al mercato della Valdera. In entrambi i casi si trattava di cocaina.

Nel rito abbreviato il pm Monferini ha già tenuto le requisitoria evidenziando, per l’accusa, i chiari profili di colpevolezza degli imputati e chiedendo per entrambi pene severe: sedici anni di reclusione per C.A. e otto anni di reclusione per D.A, considerando che quest’ultimo aveva già patteggiato la pena di quattro anni per il reato fine (il reato posto quale obiettivo, scopo o oggetto di altro reato come ad esempio l’associazione per delinquere). I due  albanesi sono difesi dall’avvocato Francesco Esposito Ziello che ai primi di luglio terrà la sua arringa davanti al gup Profeta a Firenze, cercando di smontarne in particolare l’esistenza del vincolo che configurerebbe il reato dell’associazione per delinquere. Gli albanesi, insieme agli altri imputati, finirono nella rete della Dda fiorentina all’esito di un complessa indagine fatta di pedinamenti, intercettazioni telefoniche ambientali. Per l’accusa i due pontederesi facevano parte di un’organizzazione che, con linguaggi criptati e particolare abilità, faceva arrivare dall’estero su piazza ingenti quantità di sostanze stupefacenti. L’operazione fu portata avanti dagli uomini del Gico, uno dei reparti d’élite della Guardia di Finanza