Etichette "ritoccate" per cibi scaduti, un condannato

Crespina, la prescrizione ha mesos la pietra tombale sui reati per quasi tutti gli imputati dell'operazione "Safe Food". Tre condanne per ricettazione

I giudici Murano e Mirani in udienza

I giudici Murano e Mirani in udienza

Crespina, 19 settembre 2016 - Alla fine l'associazione per delinquere finalizzata alla frode alimentare è rimasta in piedi per un solo soggetto, Ezio Straccamore, 60 anni, originario di Frosinone, condannato a due anni e sei mesi di reclusione dal primo collegio del tribunale di Pisa (presidente Pietro Murano). Perlui il pmMiriam Pamela Romano aveva chiesto tre anni. Poi però si era dovuta arrendere davanti alla prescrizione in blocco per gli altri reati e per tutti gli altri imputatati, a vario titolo, dell’operazione «Safe Food» per quale nel 2008 furono concluse 27 perquisizioni in tutta Italia. Le Fiamme Gialle, allora, sequestrarono 250mila prodotti tra dolci, barattoli di pelati, verdure grigliate, pasta all’uovo, sottaceti, perfino caviale. Così come furono messi i sigilli al macchinario con cui venivano falsificate le etichette e il capannone, a Ceppaiano dove la merce arrivava scaduta e ripartiva con nuova scadenza per finire sugli scaffali dei negozi e da lì sulle tavole degli italiani. Le analisi Asl, comunque, accertarono che gli alimenti seppur scaduti non erano ancora avariati. Il soggetto che era a capo del sistema, all’esito delle indagini, rese ampia confessione e definì la posizione in abbreviato.

Tutti gli altri sono andati al dibattimento, ma tra rinvii, astensioni dei legali, cambi di collegio, è scattata la prescrizione per quasi tutta la vicenda in cui erano imputati anche Alessandro Dossena, 57 anni, di Livorno; Renato Baratto, 70 anni, di Brescia; Ferdinando Marcandalli, 89 anni, di Lodi; Roberto Casassa, 48 anni, di Brescia; Giuseppe Perotti, 69 anni, di Pavia; Gian Battista Boschiroli, 70 anni, di Crema. E’ stato invece assolto per non aver commesso il fatto Mauro Passetti, 83 anni, nato a Pontedera, residente a Crespina che aveva concesso in affitto il capannone dove veniva stoccata la merce. Nell’ambito di questa indagine fu scoperta, con le intercettazioni telefoniche, anche la storia di una partita di scarpe contraffate di marca Nike, che per l’accusa arrivava dalla Romania sul mercato italiano. In questo caso, per il solo reato di ricettazione, sono stati condannati Alessandro Dossena, 57 anni, di Livorno, ad un anno di reclusione e 300 euro di multa, Paolo Santerini, 69 anni, di Livorno, a due anni di reclusione e 600 euro di multa, Songren Chen, 62 anni, residente a Livorno, a un anno di reclusione (pena sospesa) e 300 euro di mula. E’ stato invece pienamente assolto Giorgio Profeti 71 anni, originario di Peccioli. La partita di scarpe, tuttavia, non fu mai trovata