Bassotto veglia la madre morente. "Uccisa da una polpetta killer"

Sfida gelo e pioggia per tre giorni: "Impossibile portarlo via"

Alino, il bassotto che per giorni ha vegliato la madre morente

Alino, il bassotto che per giorni ha vegliato la madre morente

Volterra (Pisa), 26 febbraio 2017 - E’ una scena che intenerisce anche i cuori più duri, quella che oggi ci arriva dalla minuscola frazione di Villamagna, a Volterra. Alino, un giovane cane bassotto, ha trovato Nerina, la madre morta, e l’ha accudita per giorni e giorni. Restandole sempre accanto, immobile come una statua. Un lutto vero e proprio per la povera bestiola, che solo ieri ha ricominciato a giocare e scorrazzare felice nel giardino di casa. E questa incredibile storia d’amore filiale (perché di questo si tratta) non finisce qui: una volta che la carcassa di Nerina è stata sepolta proprio vicino al luogo dove era morta, suo figlio Alino è tornato in quel posto. Scavando la nuda terra con le sue zampette, in cerca di quella madre che non voleva mollare.

"Il nostro cane era sparito nel nulla, non riuscivamo più a trovarlo – ci raccontano i padroni di Alino, Sergio e Loriana – poi un vicino ci ha raccontato tutto. Era scomparso dopo aver trovato la madre morta in un campo non lontano da casa. Ed è rimasto accanto a lei, senza abbandonarla per interminabili ore. Le leccava il corpo ed il muso, forse per destarla o per curarla. Non l’ha lasciata mai sola. Pensi, siamo stati costretti a guardarlo a vista. Ma anche se tenuto legato, una volta libero è voluto tornare lì, nel terreno dove era stata seppellita la mamma".

Questa toccante storia è un altro insegnamento che ci arriva dai nostri amici a quattro zampe, segno evidente della sensibilità unica e speciale che appartiene agli animali. Il bassotto Alino non si è dato per vinto dopo aver scoperto la mamma esanime in un campo di olivi, appena fuori la frazione, con tutta probabilità uccisa da una polpetta avvelenata o da qualche sostanza killer utilizzata per scacciare (e far fuori) gli animali selvatici. Il cane si è avvicinato alla mamma, ha iniziato ad annusarla, a cercare di svegliarla. Si è accovacciato su di lei. Così ha raccontato un vicino, che ha visto tutto, ai padroni del cagnolino. Alino non ha sentito la morsa del freddo, la fame, la pioggia. Non voleva lasciarla sola, insomma.

Neppure quando Nerina è stata sepolta. Perché proprio come gli amici (bipedi) Alino è andato a trovarla sulla sua tomba. Come un essere umano che piange sul sepolcro di un parente e deve fare i conti con il crollo di una galassia di affetti. Una scena unica, straziante, un gesto di immenso amore e fedeltà. Quattro zampe capaci di provare sentimenti così grandi che ancora troppo spesso vengono messi in discussione. Un affetto sconfinato che non conosce razze, specie quella animale, dalla quale c’è ancora tanto, tantissimo, da imparare. Una storia, quella di Alino, che difficilmente si può resettare dalla testa. Cuore di cane.