L’Ape diventa un ristoro ambulante: il cibo su tre ruote fa tendenza

Dieci anni fa l’idea del designer Carletti. Ora è un business mondiale e una grossa opportunità di lavoro

Andrea Pirlo, a New York, alla presentazione dell'Ape mobile di Eataly

Andrea Pirlo, a New York, alla presentazione dell'Ape mobile di Eataly

Pontedera, 8 agosto 2017 - A  settembre, con un grande evento alla settimana della moda di Milano, si festeggeranno i dieci anni di Street Food Mobile, il marchio nato dalla creatività di Andrea Carletti, l’architetto pisano che ha rielaborato, in chiave tutta italiana, la filosofia dello street food americano, il cibo di strada su giganteschi camion. Come? Usando uno dei più evocativi ed amati simboli del made in Italy, l’Ape Piaggio.

Cibo veloce e di qualità, legato al territorio, e per tutte le tasche; costi ridotti e clienti «imboccati». Tutto questo in poco spazio, con un autentico ristorante ambulante allestito sulla regina della strada, l’Ape Piaggio. «Arriva da tutte le parti – spiega Carletti – e non c’è bisogno di scomodarsi per gustare un ottimo panino o una vera mozzarella di bufala campana».

Una Ape mobile progettata da Carletti è l’arredo ‘fisso’ della piazza del Louvre accanto alla celebre Piramide. Le sue Ape mobili sono in tutto il mondo, da Hong Kong agli Usa, dalla Cina al Messico, in tutta Europa e in moltissime città italiane. Monotematiche: gelato, cibo etnico, pizza, fritti, mozzarelle e prodotti locali, le Ape ristorante vengono progettate su misura dai designer di Street Food Mobile. Tutto è iniziato nel 2006, quando Carletti trasformò alcuni container in ristoranti all’aperto posizionati, a Parigi, sul Lungo Senna e sotto il Museo d’Orsay. Poi è arrivata la vera rivoluzione firmata Piaggio.

«SUL PIAZZONE dello stabilimento di Pontedera, era ferma da tempo l’Ape usata da Ferrero per uno spot di EstaThé – racconta Carletti –. La comprai e la trasformai in un ristorante ambulante. Da allora fu uno straordinario successo e iniziai un rapporto fortissimo con la Piaggio e con molte altre grandi aziende del food». «Quell’Ape – spiega il designer – aveva finito il suo ciclo di vita solo in apparenza; in realtà aveva un grande potenziale». Dopo il recupero è arrivato il matrimonio con il cibo di strada, la tendenza che iniziava ad affacciarsi proprio in quegli anni. «Mi sembrava la giusta idea per valorizzare un prodotto così eccellente del nostro territorio, un simbolo del design italiano». «La progettai in stile marinaro e mi presentai al Cheese di Slow Food a Bra. In tre giorni vendemmo 1.890 panini con burro e acciughe. Un successo pazzesco». E da lì, non si è più fermato.

«Abbiamo proseguito la nostra collaborazione con Piaggio e molte aziende importanti, da Ikea a Ferrarelle, Eataly e grandi produttori hanno fiutato l’appeal pubblicitario del nostro prodotto. Perché va incontro ai clienti, si fa notare, attira l’attenzione. E’ la summa del marketing».

Ma l’Ape mobile è anche una ghiotta opportunità di lavoro, perché «abbatte i costi dei comuni locali fissi – spiega ancora il designer –. Occorrono soltanto un’Ape e una licenza da ambulante, più i costi fissi per bollo e assicurazione». La produzione ha base a Perignano dove Street Food Mobile è riuscita a far rivivere l’indotto di carrozzieri e artigiani locali.

Secondo Carletti, «L’Ape mobile è una strada di successo, perché il cibo è un bene di prima necessità. Sull’Ape si può vendere e cucinare di tutto e tutti possono permettersi uno spuntino. Penso all’Ape Pizza e Mortazza, che gira per Roma: prezzi bassissimi, 2,50 euro, prodotti di prima qualità e sani».

A settembre, Carletti, presenterà a Milano la sea food mobile, una scialuppa progettata come ristorante mobile, per un tuffo nel cibo di qualità.