Abusa più volte del figlio minore. Padre a processo, incastrato dai vicini

Furono loro a far scattare le indagini dopo aver sentito le urla

I carabinieri in azione (foto d'archivio)

I carabinieri in azione (foto d'archivio)

Provincia di Pisa, 28 gennaio 2017 - Furono  le segnalazioni dei vicini di casa a far scattare le indagini – capillari e tempestive – del nucleo investigativo dei carabinieri di Pisa. Era l’estate del 2015 quando il padre di un ragazzino di 14 anni finì in manette. Un storia terribile, un copione brutale e raccapricciante quello che secondo le accuse sarebbe andato in scena. Una storia arrivata in tribunale a Pisa dove il 3 febbraio ci sarà il processo con rito abbreviato a carico di quel genitore, nel frattempo tornato libero per decorrenza dei termini ma con il divieto di avvicinamento al figlio.

L’imputato, difeso da Massimo Parenti, ha scelto il rito abbreviato che, in caso di condanna, gli garantirà lo sconto di un terzo della pena. La prima udienza è scivolata via veloce nei giorni scorsi per l’ulteriore contestazione mossa dal pubblico ministero, Flavia Alemi, nei confronti del padre del ragazzo: quella dell’aggravante della minore età (10 anni) del bimbo all’epoca dei fatti. La prossima, davanti al giudice Luca Salutini (in questo caso nella funzione di Gip) potrebbe essere già quella della discussione e della sentenza, in quando il rito non dovrebbe essere condizionato ad ulteriori integrazioni.

Le indagini sulla vicenda, avvenuta tra Valdera e Valdarno, furono tempestive proprio per tutelare la vittima, un adolescente appena quattordicenne, che sarebbe stato abusato dal padre durante le sue visite a casa di lui visto che l’uomo, separato dalla moglie, non condivide l’abitazione familiare. I vicini, appunto, misero fine alla vicenda e segnalarono ai carabinieri di sentire le urla del ragazzino provenire dalla casa in cui il padre, dopo la rottura con la moglie, viveva da solo. Si tratta di un vicenda che riguarda una famiglia italiana che, all’epoca dei fatti, era da tempo già seguita dai servizi sociali e gli abusi del padre sul figlio sarebbero stati ripetuti nel tempo, addirittura – secondo la Procura – da quanto il ragazzino frequentava la scuola elementare.

I carabinieri arrestarono l’uomo, che si è sempre avvalso della facoltà di non rispondere, il primo agosto del 2015 con provvedimento emesso allora dal giudice per le indagini preliminari Elsa Iadaresta. Anche allora, da quando si apprese, al momento dell’arresto si chiude nel mutismo. La mamma del bambino è assistita invece dall’avvocato Antonella Fontana.