Siena, 18 aprile 2014 - Ancora strage di agnelli e pecore nel Volterrano dilaniati dell'attacco dei lupi. Lo denuncia una nota della Coldiretti di Pisa che in particolare sottolinea il caso-limite di Antonio Sale, allevatore che "cinque anni fa aveva quasi 1.000 pecore e oggi ne ha poco meno di 200".

Nell'ultimo attacco, appena due giorni fa, in pieno giorno, racconta Coldiretti, "gli agnelli feriti o uccisi sono stati sei e in un semestre i lupi gli hanno portato via una ventina di pecore", mentre in tutta la Toscana solo nel 2013 "sono state uccise almeno 700 pecore, ma anche capre, puledri, vitelli e mucche". "Un recente studio della Regione - prosegue Aniello Ascolese direttore della Coldiretti di Pisa - ha stimato in 310/320 gli esemplari complessivi tra lupi, errativi e ibridi.

Le zone piu' calde sono proprio nel Volterrano, nel Senese e nel Grossetano. Agli animali uccisi si aggiungono i danni indotti dallo stress provocato dagli assalti, con ridotta produzione di latte e aborti negli animali sopravvissuti". Inoltre, "la presenza di branchi di lupi sta scoraggiando in molte aree l'attivita' di allevamento mettendo a rischio anche il tradizionale trasferimento degli animali in alpeggio che, oltre a essere una risorsa fondamentale per l'economia montana e' un modo per valorizzare il territorio e le tradizioni culturali che lo caratterizzano". Il presidente provinciale di Coldiretti, Fabrizio Filippi ammette: "La giustizia fai da te, cosi' come avvenuto nel Grossetano in questi mesi, non puo' essere la soluzione, ne' la strada giusta ma e' sintomatica di una profonda frustrazione. Non si possono tutelare le imprese con la sola logica del risarcimento".