Pontedera, 6 aprile 2014 - HANNO aderito allo sciopero tutti e 35. Tra questi anche una coppia, moglie e marito, che tra un mese saranno entrambi disoccupati a causa della chiusura del Mercatone Uno di Capannoli. A meno che il tavolo regionale che inizia martedì i lavori, e al quale siederanno con l’assessore Gianfranco Simonicini, anche il presidente dell’Unione Valdera Simone Millozzi, il sindaco di Capannoli Filippo Fatticioni e i rappresentanti sindacali, non ottenga garanzie certe sulla ricollocazione del personale. Intanto ieri Mercatone Uno è stato chiuso tutto il giorno, perché gli operai hanno incrociato le braccia proprio nel sabato di avvio dello “svuotatutto” con cui si dovrebbe arrivare con i primi giorni di maggio ad abbassare la saracinesca per sempre. C’è rabbia tra gli operai che sfilano in corteo davanti all’area commerciale, scortati dai carabinieri con Caterina Ballati (Cgil) in testa ad animare una battaglia che ora si concentra sulla ricollocazione e non più sul tentativo di salvare il negozio perché «è praticamente impossibile — dice Ballanti — Non riusciremo mai a cambiare quanto deciso dalla strategia di un’azienda nazionale come questa. Infatti, oggi mentre scioperiamo a Capannoli, ad Altopascio vengono inaugurati i locali freschi di restyling, quasi un controsenso...».

MA COSA succede? «Mercatone è al centro di una ristrutturazione aziendale di vasta portata — spiega Ballanti — quindi si chiude e si apre in base al un piano molto articolato che prevede la cessazione di attività di 13 negozi in Italia, uno in Toscana, ed è questo». Problemi di redditività? «Non proprio — spiega Ballanti — Capannoli ha perso affari per mezzo milione di euro: una cifra non importante alla luce della crisi e comunque in linea con altri punti vendita che restano o che addirittura saranno potenziati. Il problema — aggiunge — è che Capannoli non rientra nella nuova strategica». In ballo però ci sono i posti di lavoro, il futuro di 35 famiglie, poche certezze. Per ora.
 

IL TAVOLO che si pare martedì è importante. «Chiederemo subito che venga convocata l’azienda — spiega Millozzi — Vogliamo capire come siamo arrivati a questa decisione tanto improvvisa, ma soprattutto vogliamo capire cosa sarà di queste persone: noi chiediamo che vengano assorbititi nei punti vendita che ci sono in piedi, magari riducendo le esternalizzazione di servizi. Ovvero: prima di commissionare servizi fuori, si usi il personale a disposizione».
Filippo Fatticcioni, sindaco di Capannoli, è deluso e provato. Per il territorio comunale è un brutto colpo, Finisce un’epoca lunga e importante iniziata nell’Italia della lira: «Ma quello che conta sono i lavoratori. La politica deve occuparsi di loro». Il 16 aprile ci sarà un incontro locale tra sindacati e proprietà. Il 13 maggio è prevista una nuova seduta delle trattative nazionali. E allora Mercatone Uno di Capannoli, forse, sarà già storia. Intanto si sciopera anche oggi tutto il giorno.