di CARLO BARONI

Pontedera, 7 marzo 2014 - Un altro colpo durissimo all’occupazione in Valdera. Si prospetta la chiusura del Mercatone Uno di Capannoli. Almeno questa la volontà del colosso nazionale che ha annunciato la cessazione di 14 negozi in tutta Italia per circa 300 unità. Ne da notizia la Cgil della Valdera. A Capannoli lavorano 34 persone che tutto si aspettavano invece che una decisione tanto grave a breve termine: entro giugno, secondo il cronoprogramma.

È quindi crisi che morde pesantemente anche nella grande distribuzione. Non soffrono solo i piccoli negozi di vicinato. «Abbiamo saputo di questa intenzione - spiega Caterina Ballanti della Cgil — in un incontro a livello nazionale di lunedì scorso, incontro che noi credevamo dedicato al rinnovo dei contratti di solidarietà e che era stato rinviato continuamente dal novembre scorso: quindi eravamo sostanzialmente tranquilli pur sapendo che Mercatone non navigava certo in acque calmissime»

«Invece ci siamo trovati davanti un piano di ridimensionamento e tagli importante — aggiunge - siamo appunto a 14 negozi in meno da chiudere tra maggio e giugno. Non sappiamo quando toccherà a Capannoli, se tra i primi o tra gli ultimi. Per i lavoratori è stata una doccia fredda». I vertici dell’azienda con sede a Imola — taglierà anche, pare, nella sede centrale molte unità tra i dipendenti amministrativi — hanno presentato i conti generali che parlano di un calo di fatturato nel 2013 di 33 milioni (fonte Cgil) che va ad aggiungersi al dato ancora più preoccupante dello stato di indebitamento dell’azienda.

«A fronte di tutto questo — aggiunge Ballanti - è arrivato il piano di ridimensionamento che contempla anche nuovi investimenti che però non sono certo definiti e decisi. Noi chiaramente vogliamo vedere i conti del negozio di Capannoli anche per capire al meglio quello che potrà essere fatto. E questi dati li sapremo il 12 marzo nel nuovo incontro tra sindacati e azienda. Ovvio che quanto sta accadendo è un brutto colpo per il territorio e per 34 famiglie che perdono il posto di lavoro». 

Se si arriverà alla chiusura per i dipendenti si potrebbe prospettare la Cassa integrazione straordinaria a cui collegare e poi la mobilità. «Non è escluso che si possa trattare anche una ricollocazione del personale — conclude Ballanti — vediamo come, dove e se realmente possibile. Ci punteremo senza indugi. Nei prossimi giorni sensibilizzeremo le istituzioni, per primo il Comune, e non mancheranno iniziative mirate». Ieri mattina in un clima di rabbia e sgomento c’è stata l’assemblea della Cgil con i dipendenti nella pausa pranzo dal lavoro.