Pontedera, 13 febbraio 2014 - ASSUNTO alle 8 e licenziato a mezzogiorno. E’ successo tre volte, recentemente, in un’azienda dell’indotto conciario di Santa Croce. Così com’è successo che nel 2013 una ditta abbia a suon di contratti di 3 o 4 giorni fatto lavorare per 42 settimane un lavoratore. Il boom del ricorso all’interinale non piace ai sindacati. Segnatamente alla Cgil. E’ Loris Mainardi della Camera del Lavoro a sollevare il problema sottolineando che il sindacato sta raccogliendo proprio in questo periodo tutti i dati dell’anno appena concluso, per arrivare a un quadro chiaro e che dia la proporzione certa di una tendenza favorita, se non acuita, dalla crisi economica in atto.

«ABBIAMO raggiunto il paradosso — spiega Mainardi — che la legge purtroppo consente: ma quando un lavoratore lo impieghiamo per 42 settimane in un anno vuol dire che di fatto è necessario all’organico e alla mole di lavoro dell’azienda: quello, in particolare, è a tutti gli effetti un posti di lavoro. Che invece non esiste, grazie all’interinale che consente di fare i contratti a chiamata, quando ce n’è bisogno».

Il ricorso al lavoro somministrato — frutto dell’interazione di tre soggetti: il soggetto in cerca di occupazione, l’azienda e l’agenzia di lavoro temporaneo — non è certo una novità nel settore conciario e più in generale nel Comprensorio del Cuoio. E polemiche da parte dei sindacati contro la tendenza a privilegiare il rapporto con il mondo interinale da parte degli imprenditori erano già emerse. «Ma siamo arrivati, secondo noi, ad un apice pericoloso e preoccupante — prosegue Mainardi — Di fatto non ci sono più certezze. Anche il caso del senegalese assunto per poche ore ce lo dimostra: lui sa fare una particolare cosa, quindi viene assunto quando c’è necessità di quella».

La Camera del Lavoro di Santa Croce sta registrando anche una curiosa protesta: per gli addetti alla manovia di alcuni calzaturifici è diventato impossibile fare pipì.
«E’ VERO — spiega Mainardi — e stiamo cercando di affrontare quest’argomento, sicuramente andremo ad incontrare le aziende. Ce lo segnalano soprattutto le operaie: la manovia quando parte non viene mai fermata, funziona così ed è sempre funzionato così. Ma se prima, qualche anno fa, c’era la figura jolly che consentiva ad un operaio di assentarsi alcuni minuti ora questo, ci riferiscono, che sia diventato sempre più raro o quasi impossibile. Fatto sta che dalle 8 alle 12 il bagno è una chimera».
«Riteniamo quest’aspetto assolutamente sbagliato e grave — precisa Mainardi — Capiamo perfettamente che la crisi, le difficoltà, impongano alle aziende di aumentare la pressione sui costi per ottimizzare la massimo il lavoro che entra e che è già pagato. Troveremo il modo di verificare queste situazioni che alcune operaie ci hanno segnalato».

Ci sono denunce ufficiali? Solo segnalazioni verbali, niente per ora nero su bianco: «Ma questo non ci impedisce di sottolineare il problema, avviare una riflessione e anche delle verifiche. Poi arriverà anche il nero su bianco».