Pontedera, 6 novembre 2013  - RACCONTA Giovanna Temperanza che il momento più difficile è la sera, quando rimane sola in casa e una schiera di fantasmi arriva a farle visita.

Sono notti piene d’incubi in cui a tenerle la mano non c’è più suo marito. Che domenica mattina, con il sole alto in cielo e l’aria ancora tiepida, s’è sparato un colpo in testa nel suo ristorante di Riparbella. Aveva 68 anni e dopo tante battaglie aveva deciso di arrendersi: non ce la faceva più a combattere con i debiti. Una specie di viaggio al termine della notte. «Ma nessuno si azzardi a dire che è stato un uomo debole», dice lei oggi con la forza dei nervi. «Ha fatto un gesto di grande coraggio. Ed è sempre stato onesto: in vita ha aiutato tante persone». I suoi dipendenti, ad esempio, a cui non ha mai fatto mancare lo stipendio e che è stato costretto a lasciare a casa solo quando gli si è parata davanti quell’unica strada senza ritorno. Brutti ricordi e un presente peggiore. Ma nonostante sia rimasta sola, con due figli che devono seguire la loro strada, Giovanna Temperanza ha deciso che non vuole arrendersi. Potrebbe farlo, visto quello che è successo, visti i 65 anni che iniziano a farsi sentire. Ma vuole provare a tirare avanti: «Lunedì riapro il ristorante. Lo faccio per restituire dignità a lui, che a un certo punto non ce l’ha più fatta. So che posso riuscirci». Una sfida che è anche merito di piccoli, grandi segnali arrivati nelle ultime ore: l’Enel ha deciso che l’ultima, consistente bolletta potrà essere pagata in dieci rate, mentre Equitalia ha dato il via libera all’utilizzo delle due auto di famiglia sottoposte a fermo amministrativo, rispondendo alla mobilitazione delle istituzioni e del «Servizio di ascolto e sostegno» attivato dalla prefettura di Pisa presso la locale Camera di Commercio. Qualcuno potrebbe dire: troppo tardi per gesti del genere. Ma non lo dice lei, esemplare nella sua lucida consapevolezza carica d’ottimismo: «Per trovare la forza abbiamo bisogno di osservare i nostri sbagli, di capirli, scusarli. La vita continua e non bisogna avere paura di chiedere aiuto. Mai vergognarsi, nemmeno dei debiti: non ce n’è motivo per le persone oneste. In questi giorni verso la mia famiglia è stata mostrata una grande solidarietà. Sono gesti concreti: aiuti con cui riesco a respirare. E a riprendere il cammino».

LA FIDUCIA di Giovanna Temperanza è una scommessa ancora tutta da giocare. La certezza è invece la solitudine in cui lei e suo marito sono sprofondati negli ultimi anni: «Siamo stati abbandonati», racconta. Ed è l’unico momento in cui la sua voce s’incrina e gli occhi si stringono in due fessure strettissime, ricordando le settimane e i mesi in cui tutto andava a rotoli e loro non sapevano a chi rivolgersi: «Nemmeno ai figli abbiamo detto niente, per non dare preoccupazioni inutili». La ripete tre volte quella parola maledetta: «Abbandonati». E ne fa un motivo d’orgoglio ferito: «Per noi che negli ultimi trent’anni non abbiamo mai fatto un giorno di ferie e che ci siamo sempre accontentati di una vita fatta di piccole cose e di gesti semplici, è stato umiliante, in certi casi, doverci confrontare con i creditori. Ma di una cosa sono orgogliosa: non abbiamo mai fatto debiti per andare in vacanza. Semmai, solo per tirare a campare». Niente usura, né banche coinvolte. Semplicemente: bollette, contributi Inps, tasse che si accavallano e non danno respiro. All’inizio piccoli inciampi quotidiani, poi una giungla soffocante.

«QUESTA signora voleva mollare tutto, chiudere il suo ristorante. Noi le diciamo: non lo faccia e noi l’aiuteremo al massimo delle nostre possibilità», dice il prefetto di Pisa Francesco Tagliente. Che invita tutti a dare una mano concreta: «Se nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, andate a cena fuori, allora andate da lei». Ristorante ‘Il Viandante’ a Riparbella. Di cui una delle ultime recensioni lasciate su internet dice così: «Ottima cucina toscana. Unico difettuccio: non si deve avere fretta perché ci sono solo i due titolari, però simpatici». Ora ne è rimasto uno solo, di titolari. E ha tanto coraggio.