Pisa, 25 ottobre 2013 -  NUOVE segnalazioni per far luce sul caso di Roberta Ragusa. In “campo”, adesso, altre due sensitive, una delle quali - la cinquantenne A.G. di Empoli - sostiene di essere entrata in contatto con l’anima della donna di Gello, e di aver saputo che la Ragusa è sepolta in un loculo del cimitero di Orzignano. Circa un mese fa A.G. sostene di aver avuto un colloquio con la Procura della Repubblica di Pisa.

L’altra sensitiva è di Vasto, e - prima ancora di conoscere A.G. - sarebbe entrata in contatto con l’anima di Roberta e sarebbe giunta a conclusioni analoghe: il corpo sarebbe in un cimitero a pochissimi chilometri dalla casa della scomparsa. Ma sentiamo il suo racconto di ieri, quando si è rivolta al nostro giornale a Empoli, non senza aver premesso che ha un lavoro regolare e che “presta” la sua opera come sensitiva come un dono e non per lucro: «Una signora di Vasto ed io - dice A.G, - abbiamo cominciato ad occuparci di Roberta Ragusa dallo scorso aprile. Circa un mese fa ho contattato la Procura di Pisa, ho parlato direttamente con chi si occupa del caso, che ha annotato tutto e ha preso il mio numero di telefono. Ho conosciuto la sensitiva di Vasto dopo che ho partecipato al gruppo ‘Per Roberta’, e incredibilmente mi ha manifestato che anche lei era arrivata ad esiti analoghi ai miei. Dopo esserci confrontate abbiamo deciso di contattare la Protezione Civile e il procuratore capo Ugo Adinolfi».

Bisogna, però, capire meglio l’evolversi delle cose. A.G. le ricostruisce così: «Sin da piccola, mi sono accorta di avere queste doti di sensitiva, che non ho mai utilizzato come lavoro. Una volta, mi trovavo con una mia amica e dovevo entrare in contatto con l’anima di colui che era stato suo marito. Invece si presentò questa entità, che mi disse: «‘Sono Roberta...». Rimasi meravigliata, e a richiesta (noi parliamo direttamente a voce con le entità), mi specificò essere Roberta Ragusa. Mi disse che era nella bara di un’altra donna nel cimitero di Orzignano. Questa donna non avrebbe più parenti. Siamo andati, con alcune persone che sono in contatto con la Protezione Civile, al camposanto di Orzignano, seguendo le indicazioni dell’entità: c’è in effetti un loculo chiuso con del cemento, di più sfumature di colore, con vagamente inciso un nome. L’entità mi ha detto che dentro la tomba c’è dell’oro, che la sua scomparsa sarebbe dovuta a una lite degenerata, e che ci sarebbe stato un tentativo di rianimazione da parte di chi l’aveva colpita».

Chi? L’entità non spiega. Si obietta ad A.G.: non è facile prendere un corpo e metterlo in un loculo in un piccolo camposanto di paese. Chiunque potrebbe notare tracce fresche sospette. «Ma - replica A.G. - a Orzignano erano in corso tante estumulazioni, e c’erano numerose tombe scoperte».

Andrea Ciappi