di FEDERICO CORTESI

Pisa, 10 luglio 2013 -  DA GELLO a Gello. Cambiano lo scenario (dal complesso di proprietà dei Logli e i dintorni al capannone di un’autocarrozzeria) e il territorio comunale (da San Giuliano Terme a Pontedera, ma il risultato non cambia: a quasi un anno e mezzo dalla sua misteriosa scomparsa, di {{WIKILINK}}{{/WIKILINK}}Roberta Ragusa non trova traccia, né da viva (ormai sono in pochissimi a credere in questa ipotesi), ma neppure da morta. Ieri mattina è andato in scena «Ris 3», un ‘lungometraggio’ - quasi 4 ore e mezza - che a quanto sembra - da un primo esame - non ha fornito agli investigatori elementi utili per risolvere finalmente il «Mistero di Gello».

PER la terza volta, infatti, il Ris dei carabinieri di Roma sono intervenuti nelle indagini su questo inquietante caso. E come nelle due precedenti occasioni - il 29 febbraio 2012 quando passarono al setaccio il complesso di via Dini e il 17 maggio scorso quando ispezionarono un tratto di via Gigli e la Citroen C3 di Roberta - anche ieri, almeno i primi esami - eseguiti anche con il Luminol, che pure a distanza di molti anni rileva la presenza di tracce di sangue - avrebbero dato esito negativo. Dalla tarda mattinata fino alla metà del pomeriggio di ieri, due unità di militari dell’Arma del Reparto investigazioni scientifiche della capitale, coadiuvati dai colleghi del reparto investigativo del comando provinciale, hanno controllato un furgone e due auto all’interno di un capannone della «Carrozzeria Grande» che, appunto - ironia del destino - , si trova a Gello, nella zona industriale tra Pontedera e Ponsacco.


I TRE veicoli sono stati sono stati minuziosamente analizzati alla presenza - oltre che di un nugolo di giornalisti, fotografi e operatori televisivi (ovviamente tenuti a debita distanza da dove i Ris stavano lavorando) di Sara Calzolaio (l’amante di Antonio Logli, il marito di Roberta), di Valdemaro Logli (il padre di quest’ultimo) - entrambi recentemente iscritti nel registro degli indagati per favoreggiamento nei confronti Antonio, per il quale la Procura ipotizza i reati di omicidio volontario e occultamento di cadavere - e dell’avvocato Roberto Cavani, nelle veste di difensore di tutti e tre gli indagati.


PER prima è stato ispezionata la Ford Fiesta amaranto dell’ex baby sitter dei due figli dei Logli ed ex segretaria dell’autoscuola «Futura», poi è toccato alla Mercedes grigio metallizzato del padre di Antonio. Dopo circa due ore e mezza è stata la volta del furgoncino, un Fiat Fiorino bianco, che appartiene alla Geste, la municipalizzata dei servizi del Comune di San Giuliano Terme, per la quale lavora Logli junior. Un veicolo che il marito di Roberta ha avuto in uso e sul quale, secondo la recente testimonianza di una sua collega di lavoro, furono rinvenuti due fazzoletti di carta macchiati di sangue, circa un mese dopo la scomparsa della mamma di Gello. Nessuna traccia evidente utile alle indagini è stata rilevata, ma comunque i Ris hanno effettuato alcuni tamponi che poi saranno analizzati in laboratorio.
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