di FEDERICO CORTESI

Pisa, 19 maggio 2013 - Un viaggio e tre servizi. Dopo aver passato setaccio via Gigli - la strada che pare sempre più essere diventata l’epicentro del «Mistero di Gello» - e aver ispezionato (e in parte smontato) l’auto di Roberta Ragusa, venerdì pomeriggio, i Ris dei carabinieri di Roma ieri mattina hanno battuto palmo a palmo - ma sembra però senza riscontrare nulla - anche un circoscritto tratto di pineta che si trova tra Migliarino e Torre del Lago. Si tratta della zona nella quale un lucchese sostiene di aver visto, una notte di gennaio dello scorso anno, Antonio Logli trasportare un grosso sacco nero.

«Gli accertamenti effettuati a Gello dai Ris — ha spiegato ieri il procuratore capo della Repubblica Ugo Adinolfi — servono a stabilire se nella Citroen C3 di Roberta Ragusa vi fossero rimasti residui di tracce biologiche in grado di confermare in qualche modo la versione della lite notturna tra Logli e una donna, conclusa con uno sportello sbattuto con violenza dal lato del passeggero dallo stesso Logli».

Si tratta della seconda parte della testimonianza resa anche nell’incidente probatorio da Loris Gozi, che ha raccontato di aver un udito un forte colpo quando la donna vene caricata a forza su una Citroen C3 azzurra, appunto come quella di Roberta. Sull’esito degli esami degli esperti scientifici gli inquirenti mantengono il massimo riserbo: si sa che l’attenzione si è concentrata soprattutto sul sedile anteriore destro che è stato smontato dai carabinieri del Ris per esaminare a fondo l’abitacolo. Se vi sono stati repertamenti, i risultati delle analisi si conosceranno solo tra qualche giorno. Pare anche che i militari abbiano sequestrato una cassetta contente degli attrezzi.

La prossima settimana, poi - probabilmente nella seconda metà - dovrebbe riprendere la serie di interrogatori iniziati venerdì con le deposizioni di due vicini di casa dei Logli, del dipendente dell’autoscuola di famiglia e della suocera di Roberta. E così, davanti al magistrato che dirige l’inchiesta, il pubblico ministero Aldo Mantovani, sfileranno il padre di Antonio, Valdemaro Logli, i figli minorenni, Daniele e Alessia. e Sara Calzolaio, l’amante dell’indagato, Nessuno di loro potrà avvalersi della facoltà di non rispondere alle domande del magistrato: i familiari in quanto parti offese in un procedimento che ipotizza l’uccisione di una parente stretta, la giovane in qualità di persona informata dei fatti.

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