di FEDERICO CORTESI

Pisa, 4 aprile 2013 - Pasqua è ormai alle spalle, ma dei pluripreannunciati interrogatori inerenti le indagini sulla scomparsa di Roberta Ragusa al momento non c’è ancora traccia. Non sembrano imminenti, infatti, - ma mai dire mai, in questi casi - le audizioni dei familiari di Antonio Logli - il marito della donna e unico indagato nell’inchiesta per omicidio volontario e occultamento di cadavere - e tantomeno l’interrogatorio di quest’ultimo. Gli investigatori, infatti, ormai non hanno fretta, anche perché oggi non ci sono scadenze imminenti: la chiusura delle indagini (su Logli) è stata prorogata al 7 agosto e per quella data sarà chiesta un’ulteriore (e ultima) proroga di altri sei mesi.

Solo entro il 7 febbraio del prossimo anno, quindi, la Procura dovrà decidere in merito al marito di Roberta: richiesta di archiviazione o di rinvio a giudizio (non necessariamente dopo averlo interrogato come l’indagato). Prima di quella data gli inquirenti sperano di trovare il corpo della sfortunata Roberta, le cui ricerche continuano senza sosta e, stavolta, in gran segreto. Il ritrovamento del corpo significherebbe una svolta per le indagini e indubbiamente aprirebbe nuovi scenari investigativi e giudiziari.

E ieri sera a «Chi l’ha visto?» in uno spezzone di intervista fatta a Logli due giorni dopo la scomparsa di Roberta, il marito di quest’ultima in pratica conferma quanto affermato dal testimone, il quale ha raccontato di aver visto in via Gigli una donna litigare furiosamente con Logli che poi la spinse a bordo dell’auto, partita a gran velocità. «I cani — ha infatti rivelato lo stesso il marito di Roberta — hanno fiutato le tracce di mia moglie fino a via Gigli».

Intanto il gruppo Facebook «Roberta Ragusa dove sei?» ha scritto una lettera al procuratore capo Adinolfi. «Con queste poche righe — si legge nel documento — desideriamo esprimerLe la nostra stima per l’impegno e la caparbietà con cui sta portando avanti le difficili indagini sulla scomparsa della Signora Roberta Ragusa. Gentile Procuratore, in questa nostra Italia che sta vivendo un periodo così buio e destabilizzante , le persone come Lei rappresentano un faro di cui tutti i Cittadini onesti hanno un grande bisogno e a cui tutti guardiamo con fiducia e speranza. Abbiamo bisogno, Signor Procuratore, di ritrovare la giustizia! Il rispetto dei Diritti Umani è fondamentale in una Società civile, come sono fondamentali Uomini come Lei che si adoperano quotidianamente per far si’ che questo avvenga! RinnovandoLe la nostra ammirazione e la nostra incondizionata fiducia nel suo operato, le diciamo Grazie!! ... Anche a nome di Roberta».