Pontedera, 3 settembre 2012 - Tutto compromesso. Il raccolto dell’annata, ma soprattutto anche la programmazione futura. Gli agricoltori hanno stilato il conto della siccità. E l’hanno consegnato alla Provincia di Pisa perché lo porti all’attenzione del ministro.

Cia, Coldiretti e Confagricoltori, su spinta della Cia, sono arrivate a stilare una relazione unitaria circa i cali produttivi che sono stati generalmente consistenti con punte in Valdicecina, nella Valdera dell’olivo e nel Valdarno dei pomodori. Vediamo i dettagli.

Vite: la raccolta è anticipata mediamente di 10 giorni rispetto all’ordinario; danni produttivi si stimano intorno al 20-25%. Sono riscontrabili diversi sintomi di stress idrico come disseccamenti fogliari, soprattutto alla base dei tralci e mancato accrescimento delle bacche. In taluni casi la siccità perdurante di questi mesi potrebbe aver compromesso la pianta stessa pregiudicando in questo caso anche le produzioni future.

Olivo: si prospetta un’altra annata di scarsa produzione, che segue, purtroppo un già negativo raccolto 2011. E’ presumibile una riduzione delle produzioni che dovrebbe attestarsi tra il 30 e il 40%, con situazioni migliori nei terreni argillosi e peggiori in quelli argillosi. Oltre alla siccità, hanno inciso negativamente le ondate di caldo sulla fase della fioritura che hanno compromesso in buona parte l’allegagione.

Colture ortive: Le colture orticole in pieno campo (meloni, cocomeri ecc), realizzandosi generalmente su terreni irrigabili, non riscontrano danni rilevanti in termine di minoro produzione (circa - 10%). Mais e Girasole: Situazione non omogenea, si va dalla parte nord della Provincia, dove il danno si attesta attorno al 25%, alle altre aree dove si raggiungono punte del 70%, fino ad arrivare, in qualche caso, a rinunciare alla raccolta.

Cereali: L’annata è stata generalmente positiva con alcune eccezioni. Ad esempio la zona di Santa Luce, la forte nevicata del 1 febbraio, associata alle fortissime raffiche di vento dei giorni successivi, aveva prodotto una sorta di “spianamento” del terreno; si stima in quei contesti una riduzione superiore al 50% della produzione.

Foraggere: la produzione è stata pesantemente ridimensionata. Nei prati di medica si è fatto un primo taglio accettabile, il secondo molto ridotto, altri tagli non sono stati possibili. La perdita è molto rilevante e si attesta in molti casi intorno al 60%. Pomodoro da industria: ha risentito del perdurare della negativa combinazione di siccità ed elevate temperature, che in alcuni casi, insieme alla scarsa disponibilità di acqua per l’irrigazione, ha compromesso la qualità del prodotto finito.

Zootecnia: pesanti i danni per il settore, sia diretti che indotti. La scarsa disponibilità di foraggio aziendale e l’indisponibilità di pascoli, fa aumentare l’utilizzo di mangimi composti, che, a causa dell’impennata di costo delle materie prime, raggiungono prezzi spesso insostenibili per gli allevatori. C’è poi il problema delle minori rese di latte dovute allo stress che gli animali (soprattutto pecore) hanno subito per le forti e persistenti ondate di caldo.