Pontedera, 3 novembre 2011 - Una donna arrestata e altre tre persone denunciate per ricettazione. Quattro chili e 600 grammi di oro, gioielli e orologi di prestigio sequestrati per un valore di circa 500 mila euro. L'operazione è stata condotta dai carabinieri di Pisa e Pontedera. Nella rete è finita una famiglia di nomadi kosovari sorpresi nei giorni scorsi dai militari con i gioielli occultati nell'auto sulla quale viaggiavano.


I carabinieri avevano sottoposto a fermo i quattro adulti del nucleo familiare (tre donne e un uomo), ma in sede di interrogatorio davanti al Gip una delle donne arrestate, Jovanka Mahmuti, 47 anni e madre di un bambino di 4
anni, si è assunta per intero la responsabilità penale,
così il giudice ha convalidato il fermo applicando la misura degli arresti domiciliari, proprio a causa della presenza del bambino.

 

Gli altri tre kosovari sono stati invece scarcerati anche se restano indagati per ricettazione. Una di loro è residente a Gello di Pontedera in una villa acquistata da tempo, dopo che in una porzione dello stesso edificio erano stati ospitati a spese del comune nell'ambito del progetto regionale 'Città sottili' per l'integrazione dei nomadi. Gli altri tre kosovari risultano tutti residenti in Germania, anche se la Mahmuti è stata sistemata agli arresti domiciliari nella villa di Pontedera e vi dovrà restare per tutta la durata della misura cautelare. Oro e gioielli, secondo i carabinieri, sono frutto dei furti commessi negli ultimi tempi in Valdera e nel resto della Toscana.

 

La villa di Pontedera, dove si trova agli arresti domiciliari Jovanka Mahmuti, è posta sotto sequestro dalla guardia di finanza. Si tratta del Podere Cincinnato, a Gello, frazione di Pontedera che i kosovari hanno acquistato nel 2006 per oltre 500mila euro, non riuscendo però a indicare la tracciabilità della cifra alla guardia di finanza. Per questo la struttura è stata posta sotto sequestro con l'obiettivo di ottenerne la confisca, a cui la famiglia si è opposta facendo ricorso. Sulla vicenda, molto probabilmente, si esprimerà il tribunale della corte d'appello di Firenze, con la famiglia che, allo stato attuale, continua ad abitare nel podere.