SANTO PIETRO BELVEDERE (Pi), 14 luglio 2011 - COME sua sorella Letizia, anche il piccolo Lapo, tre anni appena, era ancora vivo quando la mamma Simona si è chiusa con i figli nell’auto, appiccando il fuoco che ne ha divorato i corpi in pochi istanti. Anche nei suoi polmoni, infatti, sono state trovate tracce di monossido di carbonio,segno che respirava ancora, quando nell’abitacolo della Bmw è esploso l’incendio, che ha trasformato la macchina di famiglia in una bara incandescente, in un forno crematorio. Se i bambini fossero coscienti o se invece la madre li avesse sedati, magari con del Valium versato nei succhi di frutta che ha dato loro prima di partire dall’abitazione di via Rossini a Quattro Strade di Lari, lo chiariranno tra qualche giorno i risultati dei test tossicologici disposti dal pubblico ministero Antonio Giaconi. 

 

L’ESAME autoptico ha confermato definitivamente quella che era stata la prima ipotesi formulata dagli investigatori, poi supportata dai biglietti lasciati dalla donna nella casa di via Rossini. Il non riuscire a sopportare l’abbandono da parte del compagno, la lucida volontà di farla finita perché — scriveva Simona — «io soffro e i bambini soffrono con me, così la vita non ha più senso».

 

IL QUALE comunque già questo pomeriggio dovrebbe disporre il dissequestro delle salme, che saranno trasferite a Firenze, per i funerali. Rimane purtroppo da ultimare l’ultima tragica formalità: i familiari di Simona, Letizia e Lapo devono ancora effettuare il riconoscimento di rito sui poveri resti straziati dal fuoco. Un riconoscimento che non è stato ancora possibile proprio per consentire gli accertamenti medico-legali sui tre cadaveri.
 


I FUNERALI di Simona, Letizia e Lapo, probabilmente, si terranno venerdì pomeriggio, non è ancora chiaro se con due funzioni separate, o tutti e tre insieme, come sarebbe il desiderio dei genitori e del fratello della casalinga quarantenne.