Pontedera, 10 febbraio 2011 - Sarebbe bello poter vedere il mondo attraverso gli occhi dei bambini. Non avere pregiudizi nè barriere da frapporre tra noi e lo “straniero”, riconoscendoci tutti figli della stessa umanità. Ma la realtà è altra, la realtà è fatta di diffidenza, di preconcetti, di sospetto. Spesso troppo spesso la diversità ci spaventa e ci allontana. Ed è lì che inizia l’erto cammino dell’integrazione: mai facile, mai scontata. "Conoscere i nuovi cittadini è l’unico modo per accoglierli e la cultura è il mezzo principe per farlo" commenta dal Teatro Era, il direttore Roberto Bacci. Ecco perché un laboratorio teatrale che coinvolga i giovani delle comunità straniere di Pontedera. "Sarà un’occasione preziosa per mettere a confronto storie, costumi diversi — prosegue Bacci — in uno spazio neutrale che è appunto il palco".

 

Non sono richieste doti e competenze particolari, fatta eccezione per l’impegno e la motivazione che dovranno accompagnare gli iscritti in un lungo percorso: da lunedì prossimo fino a ottobre (più precisamente dal 14 febbraio al 24 aprile e dal 5 settembre al 15 ottobre). Il maestoso teatro è pronto dunque ad aprire le sue porte alla multietnicità per regalare poi, al termine del laboratorio, uno spettacolo che coinvolga tutta la popolazione. "Nelle lezioni (due incontri settimanali di tre ore ciascuno, ndr) verranno sperimentate tecniche provenienti da differenti culture teatrali — spiega Anna Stigsgaard, responsabile del progetto — Canti, musiche, racconti che vengono da lontano". Buona la risposta delle comunità straniere presenti in città.

 

Saranno soprattutto i rappresentanti di Kurdistan, Nigeria, Camerun e Marocco a colorare il palco del nostro teatro, portando a Pontedera un pezzo della loro storia. "Siamo felici di questa iniziativa — commentano Bingol Zeki e Duzgun Ersin, in Italia rispettivamente da 10 e 6 anni — Pontedera ha dimostrato una grande sensibilità nei nostri confronti e vogliamo dare anche noi qualcosa alla città". Dello stesso avviso la nigeriana Cecilia Onyenezide: "Se non ci avviciniamo, allontaniamo il futuro". Doveroso il plauso del Comune che ha supportato il laboratorio: "Vogliamo proseguire il progetto di una cittadinanza attiva che dialoga e si confronta", concludono gli assessori Matteo Franconi e Massimiliano Sonetti.