Pontedera, 8 gennaio 2011 - I PICCIONI possono tirare un sospiro di sollievo: l’ordinanza del sindaco di Pontedera che ne prevedeva l’abbattimento a fucilate è stata bocciata dalla seconda sezione del Tar di Firenze. I giudici hanno infatti accolto il ricorso presentato dall’avvocato Valentina Stefutti, per conto della Lav contro il Comune e l’Arcicaccia. In discussione l’ordinanza del 30 maggio 2008 in cui si prevedeva d’urgenza un «intervento speciale di contenimento dei piccioni terraioli nei fondi agricoli» in quanto riprodottisi in maniera incontrollata per mancanza di predatori naturali.

 

I conduttori agricoli — in base al provvedimento del sindaco — avrebbero dovuto avvalersi in primo luogo di sistemi non cruenti di allontanamento o, nel caso di comprovata inefficacia di tali misure, mediante abbattimento. A fronte del ricorso della Lav il Tar ne aveva bloccato l’esecutività dell’ordinanza ai primi di settembre del 2008.
IL TRIBUNALE Amministrativo Regionale ha rilevato come la procedura preveda l’utilizzo di metodi ecologici con parere obbligatorio dell’Istituto nazionale della fauna selvatica in caso di inefficacia. Poi le Regioni possono anche autorizzare piani di abbattimento avvalendosi delle guardie venatorie, forestali e municipali o dei proprietari del terreni purché fornite di regolare licenza venatoria.

 

L’AMMINISTRAZIONE comunale ha invece proceduto senza il parere previsto. Il sindaco poi non poteva adottare l’ordinanza urgente in quanto questa serve solo per prevenire e eliminare gravi pericoli che possano minacciare l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana; le esigenze di protezione delle produzioni agricole non sono neppure lontanamente assimilabili all’ambito della sanità o dell’incolumità pubblica.